Antonio Ingroia ci riprova, parte per l'Ecuador in difesa dell'ex presidente Correa

di Caterina Spinellidomenica 23 settembre 2018
Antonio Ingroia ci riprova, parte per l'Ecuador in difesa dell'ex presidente Correa
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Ai politici l'America piace parecchio. Dopo Alessandro Di Battista che si ritira a miglior vita in America del Sud, è la volta di Antonio Ingroia, avvocato, giornalista ed ex magistrato, nonché fondatore di Lista del Popolo per la Costituzione. Un partito, questo, che ha ben poco a che vedere con il Movimento 5 Stelle, ma i cui esponenti condividono una cosa: la necessità di rifugiarsi altrove. Ed ecco che Ingroia sceglie proprio l'Ecuador.  Leggi anche: Antonio Ingroia si appella a Matteo Salvini: "ridatemi la mia scorta" Se però Di Battista si limita a documentare la periferia del mondo per Il Fatto Quotidiano, Ingroia punta più in alto e diventa "ambasciatore della verità", come lui stesso ama definirsi, entrando a far parte del pool di avvocati che difende l'ex presidente dell'Ecuador, Rafael Correa Delgado, accusato di sequestro di persona. Ad annunciare la novità, sul suo sito personale, è il diretto interessato: "Una battaglia per la verità, la giustizia e la democrazia nel mondo alla quale non si può restare indifferenti". "Una vicenda surreale - la definisce così - quella che ha colpito Correa (il politico su cui pende un mandato d'arresto internazionale)". "Probabilmente - fa sapere Ingroia - a Correa si vuole far pagare anche di avere dato asilo politico nell'ambasciata ecuadoriana di Londra a Julian Assange, fondatore di Wikileaks e ricercato dagli Usa, la cui vita è in pericolo. Così ho già predisposto un rapporto politico-giuridico sul caso, in cui si denunciano le manipolazioni del diritto penale e del diritto processuale della prova e le conseguenti violazioni dei diritti dell'uomo che andranno denunciate in ogni sede internazionale". In #Ecuador per difendere con un pool di avvocati l'ex presidente #Correa, imputato in un processo surreale e al quale si vuol far pagare anche la vicenda #Assange: https://t.co/xJ0wFyNPOQ #Wikileaks @MashiRafael @JorgeGlas— Antonio Ingroia (@AntonioIngroia) 17 settembre 2018