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Fini: "Fratelli d'Italia sbaglia rilanciare An, la vera destra sono io"

Ignazio Stagno
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Gianfranco Fini, ormai fuori dai giochi della politica, dà lezioni a chi vuole ricostruire la destra italiana. Mentre Fratelli d'Italia e le varie anime della destra sono impegnati nei preparativi per il congresso di Fiuggi che sancirà la rinascita di Alleanza Nazionale, Gianfry bacchetta tutti i suoi "delfini" e i suoi ex colonelli: "Fa riflettere il modo con cui i dirigenti di Fratelli d'Italia tentano di far risorgere Alleanza Nazionale. Dopo aver furbescamente inserito il simbolo, seppur in formato bonsai, nel loro logo elettorale celebrano questo fine settimana il congresso nazionale a Fiuggi", afferma Fini in una nota affidata al sito dell'Associazione Liberadestra. Un 'salutò ben diverso da quelli rituali per occasioni del genere: "Mi sembrano - dice infatti l'ex leader di AN - bambini cresciuti, e viziati, che vogliono imitare i fratelli maggiori senza capire che le condizioni in cui si trovano sono completamente diverse". "Rischiano di far piangere, di rabbia e non certo di commozione, chi venti anni fa era consapevole di quel che stava accadendo a destra. Anche per questo - incalza - non comprendo come un uomo come La Russa, che nel 1994 c'era e con un ruolo da protagonista, non abbia ricordato a Giorgia Meloni, che all'epoca aveva 17 anni, solo poche verità". Nostalgia canaglia - Fini ha nostalgia del passato e così sottolinea la differenza tra la sua esperienza e quella attuale di La Russa, Meloni e Crosetto: "A Fiuggi la destra italiana trasformò radicalmente se stessa perchè 'uscì dalla casa del padre con la certezza di non farvi mai più ritornò. Il documento congressuale è entrato nella storia politica per il suo contenuto, per i valori che faceva propri, l'identità che definiva per il nuovo partito, i programmi che presentava agli italiani. Ne parlarono, spesso con scetticismo, i commentatori di mezzo mondo perchè nessuno credeva fossimo capaci di tanto. Poi tutto fu possibile perchè la stragrande maggioranza della classe dirigente dell'epoca, Rauti fu la sola eccezione, capì che il grande successo dei candidati missini nelle amministrative del 1993 imponeva di passare dalla protesta alla proposta, dalla nobile testimonianza ideale alla concreta assunzione di responsabilità, dalla opposizione al sistema alla elaborazione di una cultura di governo". "Tanti italiani, anche autorevoli, che mai avevamo fatto politica a destra - ricorda ancora Fini - si unirono a noi per far nascere Alleanza Nazionale. A Fiuggi la destra non cambiò nome, mutò identità e prospettive". Critiche al veleno - Infine arriva la bordata al veleno:  "Anche per questo dico ai Fratelli d'Italia di smetterla di scimmiottare la storia", è la bacchettata dall'ex presidente della Camera. "Per sopravvivere e superare il 4% alle Europee serve loro qualcosa di assai più convincente che una scampagnata semiclandestina a Fiuggi. La storia di An, di cui anch'essi fanno parte, non merita - avverte - di ripetersi in farsa. I simboli da soli non bastano. Alla destra servono idee nuove e prospettive credibili in materia di integrazione europea, mercato del lavoro e politiche economiche, welfare, legalità e sicurezza, diritti civili... Soprattutto serve, certamente non ultima per importanza, chiarezza sulle future alleanze. Ancora e ad ogni costo con Berlusconi, perchè altrimenti non si entra in Parlamento, oppure il congresso di Fratelli d'Italia indicherà un'altra prospettiva? E qual è, punto di domanda. Senza una risposta - conclude - era meglio convocare l'assise altrove. Perchè il confronto con il passato sarà inevitabilmente impietoso". 

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