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Giustizia, il ministro Orlando nasconde la sentenza e nomina un condannato

Giulio Bucchi
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Oltre ai sottosegretari indagati, anche il super manager condannato per il reato di cooperazione in omicidio e lesioni colpose plurime in relazione al terremoto dell'Aquila. Nel governo del rottamatore Matteo Renzi c'è posto per tutti. La «svolta buona» è un garantismo che nessuno si era sognato prima d'ora a Palazzo Chigi, tanto più se la nomina discussa viene fatta quasi sotto silenzio e per un tempo lungo tre anni, non certo per un mese e via. Eppure, capita questo e non si può non darne atto. Nel curriculum vitae dell'ingegner Bernardo De Bernardinis, presidente dell'Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ci sono prestigiosi titoli di studio, PhD (master) conquistati a Londra ed esperienze professionali maturate fin dagli anni '70 in ministeri, università e istituti scientifici dalla Basilicata alla Liguria, passando per Firenze e, naturalmente, per la Capitale, sede dei palazzi della politica. De Bernardinis è stato consigliere di amministrazione, presidente di consorzi, docente all'ateneo di Cagliari e direttore di importanti uffici di gestione delle emergenze fino ad arrivare ai vertici del Dipartimento della Protezione civile per l'Area tecnico-operativa. Su di lui si leggono pagine di mansioni con attività, partecipazioni a convegni, pubblicazioni e chi più ne ha più ne metta. Nulla da discutere. Eppure, sebbene il Pd tenti di nasconderlo, il nome dell'ingegnere compare anche tra quelli coinvolti nel processo alla commissione Grandi Rischi, l'organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio. De Bernardinis, cioè, risulta tra i processati e condannati per omicidio e disastro colposo perché, secondo i giudici, avevano rassicurato gli aquilani circa l'improbabilità di una forte scossa sismica che invece si verificò alle 3.32 del 6 aprile 2009 e causò la morte di molte persone. Già nominato al vertice dell'Ispra nel 2010 (prima della sentenza di condanna) dall'allora ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, il professore è rimasto al suo posto anche dopo, infatti le sue dimissioni, all'indomani del verdetto del tribunale dell'Aquila, furono respinte dall'ex ministro Clini. Poi venne Orlando, oggi titolare del dicastero della Giustizia, il quale ha dato il via libera al rinnovo triennale dell'ingegnere come presidente dell'Ispra senza citare la vicenda giudiziaria. La condanna di De Bernardinis è avvenuta il 22 ottobre 2012. Per lui come per gli altri la pena non è stata lieve: 6 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ora, è vero che l'ingegnere ha proposto appello contro tale sentenza e in diritto la presentazione dell'appello sospende l'esecutività della sentenza, ma nonostante l'inopportunità politica di una simile scelta (in un momento, per giunta, in cui i politici si professano a favore della massima trasparenza), fa quanto mai discutere la rocambolesca riconferma del De Bernardinis. La nota, datata 23 dicembre 2013, è firmata dal capo di Gabinetto del ministro Orlando, Rosanna De Nictolis, e cita solo «i pareri favorevoli delle commissioni parlamentari» quella Ambiente del Senato e, due giorni dopo, la commissione gemella della Camera. Chi ha proposto allora la figura di De Bernardinis ai parlamentari riuniti nei due organi di Montecitorio e Palazzo Madama? Il ministro Orlando in persona (governo Letta) che però pare abbia taciuto sull'avvenuta condanna del 2012. Il Pd, del resto, ha votato compatto la proroga di ulteriori tre anni (durante i quali l'appello sarà realisticamente concluso) del presidente Ispra senza sollevare eccezioni. E oggi Orlando guida il ministero di Grazia e Giustizia. Non solo. Con lui si è portato anche l'allora capo di Gabinetto, ora promosso con la nomina a capo della segreteria tecnica a via Arenula. Mentre sulla condanna del membro della commissione Grandi Rischi, che tanto fece discutere, neanche una parola. «Non chiederemo le dimissioni ai sottosegretari solo per un avviso di garanzia, ma valuteremo l'opportunità politica», ha dichiarato la ministra Maria Elena Boschi. Valutino, dunque. di Brunella Bolloli

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