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Casini scarica Berlusconi e sposa Renzi: "E' il vero antidoto contro lo sfascismo di Grillo"

simone cerroni
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Era il 1 febbraio quando Pier Ferdinando Casini, leder dell'Udc e Presidente della Commissione Esteri del Senato, aveva annunciato il proprio rientro nel centrodestra, "con Alfano e Forza Italia". Oggi, 8 maggio, a distanza di tre mesi, Casini scarica Silvio Berlusconi e elogia Matteo Renzi, in un'intervista  al Messaggero, definendolo "l'antidoto" contro la deriva politica italiana. "Se Renzi si dimette si va a votare, ma soprattutto - spiega Casini - si va alla catastrofe definitiva. Renzi è l'unico vero antidoto contro lo sfascismo di Grillo e l'antipolitica. Renzi è a palazzo Chigi perché la politica non è stata in grado di vincere la sfida con Grillo. E ora siamo tutti sulla stessa barca". L'attacco al centrodestra - E' un Casini a tutto tondo che si apre e si dice stufo delle varie dispute all'interno di un centrodestra, a suo parere, ormai scarico. Quindi l'attacco: "Ho sufficiente esperienza per poter vedere il centrodestra che procede in ordine sparso, Grillo e i rischi del suo populismo e Renzi che ho smesso di vedere come un problema e che considero un'opportunità per l'Italia. Il fatto che in passato ho spesso polemizzato con lui mi rende più libero. Berlusconi dovrebbe mettersi d'accordo con se stesso, prima che non gli altri". La minaccia delle dimissioni di Renzi - Poi il leader Udc interviene sulla minaccia delle dimissioni che Renzi ha avanzato i giorni scorsi se non dovesse andare in porto la riforma del Senato. "Chi pensa di scherzare con Renzi scherza con il fuoco. Renzi è un politico avveduto, sa benissimo che la seconda volta che minaccia una cosa e non la attua, perde credibilità. Per cui fa bene a tenere una linea dura. Naturalmente questo non può significare avere un approccio arrogante, cosa che sembra aver imparato anche il ministro Boschi. Il Parlamento non è un passacarte, ma non può essere neppure una palude. Tra il passacarte e la palude c'è lo spazio per una politica consapevole che si deve autoriformare senza ritardi". Lo scontro governo e sindacati - Casini è quindi d'accordo con la linea dura del premier. Un atteggiamento che questo sta mantenedo anche con i sindacati. A riguardo del duello Camusso-Renzi, Casini si dice contrario all'immobilità delle parti sociali a cambiare e alla conservazione che questi portano avanti. "In democrazia - spiega Casini - i sindacati sono una parte essenziale del sociale. Ma come la politica fatica a riformare se stessa, così essi faticano a ripensarsi e difendono lo status quo. Se dobbiamo cambiare noi, la sfida vale ugualmente per il sindacato e le altre parti sociali che sono sempre più autoreferenziali". Gli scontri di Coppa Italia - Infine non poteva mancare un commento sulle vicende riguardanti gli scontri prima della finale di Coppa Italia. "Penso che i fatti dell'Olimpico evidenzino una vera e propria emergenza nazionale: quando lo Stato perde la propria autorità nulla è più possibile. Ciascuno si sentirà autorizzato a imporre le proprie idee, sia esso un manifestante no-Tav che un comitato di occupazione abusiva delle case. Parliamoci chiaro, in Italia non c'è rischio di autoritarismo, ma di anarchia! Si concede a migliaia di persone di manifestare a volto coperto e alla prima manganellata i poliziotti - le vere vittime predestinate della violenza - finiscono sul banco degli imputati. Questo non è accettabile". Poi conclude: "Non invidio il presidente del Senato e Renzi che si sono trovati in una situazione davvero imbarazzante. L'intero sistema va rivisto: gli hooligan inglesi non erano meno pericolosi dei nostri ultrà, ma in Gran Bretagna il fenomeno è stato estirpato. Da noi c'è la complicità delle società con i tifosi violenti, i veri gestori dell curve che ricevono biglietti omaggio a non finire per i loro traffici. Questo non può essere più tollerato".

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