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Ddl Boschi e la ghigliottina: Giorgio Napolitano e quella voce sulle telefonate ai senatori

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Ignazio Stagno
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Alta tensione tra il Colle e il Parlamento. Giorgio Napolitano vuole portare in porto le riforme e ma digerisce le critiche al piano frondista dei ribelli di Forza Italia e Pd. Dalle parti del Quirinale si teme un flop sulle riforme costituzionali e qualcuno comincia a sussurrare l'ipotesi di un voto anticipato nel caso in cui dovesse saltare tutto. Il più preoccupato di tutti sarebbe proprio Re Giorgio che secondo i rumors riportati da Dagospia avrebbe minacciato più volte i dissidenti di Pd e Forza Italia per convincerli a votare il testo che tiene fede al patto del Nazareno senza creare particolari problemi. Secondo quanto racconta il sito di Roberto D'Agostino da qualche giorno in Transatlantico si parlerebbe apertamente delle telefonate di Re Giorgio ai senatori (soprattutto ai frondisti) per invitarli a votare le riforme istituzionali. Le telefonate di fuoco - Le indiscrezioni parlano di telefonate minatorie con un tono fermo e deciso: "Non posso tenere in piedi un governo che non ha la fiducia sulle riforme costituzionali". Insomma il messaggio di Napolitano è chiaro: o si vota compatti le riforme oppure il Colle deve sciogliere le Camere. Renzi sa bene che la partita per le riforme è quella decisiva per il suo governo. Come sugli 80 euro del bonus Irpef, anche sulle riforme istituzionali Renzi si gioca il suo futuro. E a giudicare dalla tensione che si respira al Colle, l'avventura di Matteo a Palazzo Chigi potrebbe durare davvero poco. 

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