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Marò, l'erroraccio di Renzi che mette nei guai Latorre e Girone

Nicoletta Orlandi Posti
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Ancora un "erroraccio" nella complicata vicenda marò. Se Salvatore Latorre e Massimiliano Girone sono ancora oggi ostaggi della giustizia di Nuova Delhi la colpa questa volta è di Matteo Renzi. Dagospia che riporta infatti un retroscena su quello che accadde il 15 novembre scorso, quando il premier e il presidente indiano Narendra Modi si sono appartati per discutere appunto sulla questione marò. Al termine dell'incontro il presidente del Consiglio italiano sottolineò con i giornalisti che era importante evitare le polemiche sui marò per non mettere a repentaglio i molti rapporti con l'India. Quello che Renzi non disse è che Modi lo incoraggiò a seguire la strada delle trattative informali, quelle che vengono condotte attraverso i servizi segreti. Cosa che l'Italia ha puntualmente fatto, con l'impegno costante del sottosegretario Marco Minniti e del capo dell'Aise, Alberto Manenti. Un "erroraccio" secondo Dagospia. Renzi si sarebbe infatti fatto fregare perché la giustizia indiana però è indipendente dal governo e i due marò restano nei guai. In pratica il presidente del Consiglio Renzi è caduto in una mezza trappola e si è perso tempo prezioso per sollevare invece un arbitrato internazionale su tutta la vicenda, strada che ovviamente è incompatibile con quella dei negoziati riservati.

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