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"Tra un po' dirà che...". Furia Storace, lo sfregio: colpo al cuore della Meloni

Andrea Tempestini
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Ad aggiungere ulteriore pepe alla corsa romana per il nuovo sindaco di pensa Francesco Storace, anche lui candidato, che metaforicamente imbraccia il fucile ed apre il fuoco contro Giorgia Meloni. In un'intervista a Il Tempo, dopo aver ribadito che "correrò da solo", quando gli si ricorda che la Meloni ha detto che "le porte sono aperte", azzanna: "Ma che vuol dire? Lei deve semplicemente dire: mi fa piacere che ci siano i voti di Storace. Questa recita dovrà finire prima o poi: in tre mesi non è riuscita a pronunciare il mio nome nemmeno una volta. E non so che cosa le ho fatto, se non averla indicata come una risorsa della destra". Dunque Storace insiste sul fatto che le mancate intese nel centrodestra le pagherà Roma. "È evidente che c'è stata questa scelta suicida di rifiutare quel percorso di alleanza che da mesi mi sto sforzando di solleticare - riprende -. Anzitutto con le primarie: se tre mesi fa mi avessero dato retto oggi il popolo del centrodestra avrebbe avuto un solo candidato con straordinarie possibilità di vittoria. Non lo hanno voluto fare, e in questo sono stati complici Berlusconi, Salvini e Meloni". Ma su tutti, come detto, Storace ce l'ha con la Meloni: "Dice che non è mai stata fascista - riprende velenoso -, tra un po' dirà che non è mai stata nemmeno di An. O che non è mai stata con Berlusconi. Tutto questo lo dico con dolore, perché pensavo che si potesse arrivare a un'alleanza, ma se uno mi prende a sportellate in faccia...".

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