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Governo, Letta chiede la fiducia a Camera e Senato: "Stop a pagamenti Imu a giugno, no ad aumenti Iva"

Enrico Letta

A Montecitorio il presidente del Consiglio presenta le linee guida del nuovo esecutivo

Giulio Bucchi
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di Claudio Brigliadori Modifica (non abolizione) dell'Imu sulla prima casa, con lo stop ai pagamenti di giugno. E poi misure per evitare l'aumento dell'Iva e favorire la crescita, a cominciare da sgravi fiscali per chi assume giovani e chi applica contratti a tempo indeterminato. E interventi sui costi della politica, a cominciare dall'eliminazione degli stipendi dei ministri (quelli già parlamentari) e del finanziamento pubblico ai partiti. Sono queste le linee-chiave proposte dal premier Enrico Letta a Montecitorio e Palazzo Madama, dove tra oggi e domani si voterà la fiducia al suo nuovo governo. "E se tra 18 le riforme non saranno ben avviate, ne trarrò le conseguenze".  Un'agenda da 10 miliardi - Un programma ambizioso, piaciuto molto a Pd e Pdl. Qualcuno l'ha anche definito un "libro dei sogni" e tutti i torti non ce li ha. Il perché è presto detto. Le misure proposte da Letta, considerando solo le più incisive, per essere applicate richiederebbero un tesoretto di oltre 10 miliardi di euro. Non pochi, visto che il governo Monti poche settimane fa si scervellava per trovare il miliardo necessario a rinnovare le casse integrazioni in deroga. Bene, secondo la Cgia di Mestre l'aumento dell'Iva implicherebbe introiti per le casse dello Stato di 2,1 miliardi nel 2013 e 4,2 nel 2014. Lasciare l'imposta sul valore aggiunto invariata significherebbe dunque un mancato introito di circa 6 miliardi. L'Imu, come noto, tra abolizione e restituzione (due ipotesi peraltro non accennate da Letta, ma volute dal Pdl) farebbero sborsare al Tesoro 4 miliardi. Per non parlare poi del problema esodati: innanzitutto, bisogna capire quanti saranno (le stime parlano di 150mila lavoratori) coloro cui si dovrà garantire un "trapasso" morbido tra licenziamento e pensione. Il conto, considerando ammortizzatori sociali, pensioni di ricongiungimento e sgravi alle imprese, potrebbe arrivare fino a 30 miliardi di euro. Facile, e quasi obbligato, pensare dunque a una mini-manovra da 8-10 miliardi come primo impegno economico del governo, già a giugno. "Grazie a Napolitano, Bersani e carabinieri" - Le prime parole di Letta sono state dedicate a Giorgio Napolitano: "Il presidente della Repubblica ci ha chiesto di mostrare senso di servizio e responsabilità. Ci ha offerto un'ultima possibilità, con rigore e onestà. Oggi confesso che avverto la consapevolezza dei miei limiti e il peso della mia personale responsabilità. E prima di iniziare desidero ringraziare chi mi ha sostenuto in questo difficile passaggio con lealtà: Pierluigi Bersani". E il Pd, in aula, applaude. Un pensiero, poi, ai carabinieri, coinvolti ieri dal ferimento di due agenti davanti a Palazzo Chigi durante la sparatoria innescata dal 49enne disoccupato calabrese Luigi Preiti.   Le reazioni, Alfano: "Musica per le nostre orecchie" Le reazioni, M5S: "E' il governo della trattativa stato-mafia"   Di solo rigore si muore" - Il premier parte ricoradndo la "situazione economica grave" dell'Italia e l'esigenza di contenere e ridurre il debito pubblico. "Nelle sedi europee ci impegneremo a trovare le soluzioni per permettere la crescita senza compromettere i conti pubblici. L'Europa può tornare ad essere motore di sviluppo sostenibile. Per questo, se sarò eletto, già domani partirò in un unico viaggio per Bruxelles, Berlino e Parigi. Questo parlamento ha già dimostrato di poter trovare il peso per farsi ascoltare dall'Europa". Non solo rigore, però, perché "di solo risanamento, l'Italia muore. Dopo un decennio senza crescita, le politiche per la ripresa non possono attendere, non c'è più tempo". E allora largo ad alcune misure di riduzione della pressione fiscale: "La riduzione delle tasse senza indebitamento sarà un nostro obiettivo. ridurre quelle sul lavoro, specialmente su contratti stabili e neoassunti. incentivi per mutui agevolati per le giovani coppie, modifica dell'Imu sulla prima casa a cominciare dallo stop aio pagamenti di giugno, rinuncia all'inasprimento dell'Iva". E per la crescita, Letta promette "un grande piano pluriennale per la ricerca e lo sviluppo finanziato con i project bonds" e lotta alla burocrazia ("Occorrerà rivedere l'intero sistema delle autorizzazioni"). La sfida è grande, anche perché il premier vuole far sì che "la parola Equitalia non provochi più dei brividi quando viene evocata".  Tagli ai costi della politica - Un altro capitolo importante del programma di governo saranno i tagli ai costi della politica già messi in cantiere un anno fa e mai applicati fino in fondo. Per esempio, il taglio delle province. E ancora, l'esecutivo abolirà la legge di finanziamento pubblico dei partiti e introdurrà misure di controllo dei finanziamento ai gruppi. Quanto ai ministri, quelli eletti in Parlamento non avranno più lo stipendio in aggiunta agli emolumenti come onorevoli. "Dobbiamo recuperare decenza, sobrietà, scrupolo, senso del dovere e la banalità della gestione del buon padre di famiglia. Ognuno deve fare la sua parte - scandisce Letta -. E' una cosa che dico al Parlamento senza che nemmeno i ministri lo sappiano ancora". "Lavoro al primo posto" - Tra le priorità Letta inserisce anche le tematiche del lavoro. "Andranno migliorati gli ammortizzatori sociali, estendendoli a chi ne è privo a partire dai precari e si potranno studiare forme di reddito minimo per famiglie bisognose con figli". Bisogna poi superare "le contrapposizioni" tra imprese e lavoratori, anche grazie ai sindacati. "Anche sull'occupazione femminile occorre fare molto di più, non siamo un Paese delle pari opportunità". Ma la vera emergenza, specifica il premier, è quella degli esodati: "Con loro la comunità nazionale ha rotto un patto, va trovata una soluzione strutturale, è un impegno prioritario di questo governo ristabilirlo".          

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