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M5S, caso Gambaro: assemblea in diretta streaming

Beppe Grillo visto da Benny

Si decide il destino della senatrice dissidente. I falchi in difesa del capo, i dialoganti contro l'espulsione. Se Beppe perde potrebbe lasciare

Andrea Tempestini
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Lunedì 17 giugno. Una giornata che potrebbe entrare nella storia del Movimento 5 Stelle. Una storia che ha conosciuto momenti di esaltazione, come alle ultime elezioni, e picchi di disperazione, come quello in cui si trovano ora immersi i pentastellati. Si decide sul destino della dissidente Adele Gambaro: alle 18 si stabilirà se iniziare l'iter per la sua espulsione. Tutto avverrà in diretta streaming: la "strappista" verra messa alla pubblica gogna. Il reato è quello di "lesa maestà": la senatrice si è permessa di criticare il grande capo Beppe Grillo. Sul suo destino si pronuncerà l'assemblea congiunta di deputati e senatori che si svolgerà in una blindatissima sala di Montecitorio (i giornalisti, tanto per intendersi, verranno fermati a due piani di distanza; nelle ultime ore, però, si sta facendo strada l'idea di trasmettere la riunione in streaming).    Guarda il processo online alla Gambaro in diretta su Liberotv   Gambaro: "Grillo cambi i toni" - Come detto, le decisioni disciplinari sulla Gambaro arriveranno dalle 18 in poi, ma intorno alle 16 è iniziata la pre-assemblea dei grillini, dove è intervenuta anche la senatrice nel Mirino. "Mi farebbe piacere continuare a lavorare nel gruppo - ha affermato -. Io ho espresso il mio disagio per i toni della comunicazione. Lavoro molto bene con i miei colleghi qui". Però poi deve aggiungere, rivolgendosi a Vito Crimi: "Il mio rapporto di fiducia non c'è più. Un mio sms tu lo hai fatto comunicar sul blog. Si parla delle critiche che ho rivolto per due minuti a Grillo, ma nessuno parla delle reazioni del blog nei miei confronti". Quindi la Gambaro riconferma, di fatto, le sua presa di posizione sul capo: "Siamo tutti riconoscenti a Beppe Grillo, ma i toni devono cambiare soprattutto per noi che siamo dentro le istituzioni. Non mi sono mai sognata di mettermi al suo stesso livello, ma anche una settimana prima dell'intervista di Sky avevo detto che il dissenso va ascoltato". Le fazioni - Nella mattinata di lunedì, i senatori "ortodossi", fedeli al capo - Vito Crimi e Nicola Morra su tutti - si sono riuniti per decidere quale linea seguire nel corso della requisitoria contro la gambaro. I due hanno sottolineato che chi si oppone al giudizio si mette contro la rete, e di pari passo mette in discussione Grillo (secondo il quale, lo ricordiamo per chi se lo fosse scordato, "la Gambaro non vale nulla"). In un contesto tesissimo, i falchi pentastellati in vista della resa dei conti vanno all'attacco. Manlio Di Stefano, sul suo profilo Facebook, ci è andato giù pesantissimo: "La dignità o ce l'hai o non ce l'hai. La coerenza o ce l'hai o non ce l'hai. In Italia non si rispettano i contratti legali vincolanti, figuriamoci quelli morali non vincolanti. E' stato chiesto troppo a queste persone. Fatele andare via tutte in un sol colpo". Questo l'appello di Di Stefano: vuole cacciare la Gambaro e tutti quelli che definisce "elementi nocivi, tutti quegli elementi tossici che possono infettare anche solo involontariamente tutti gli altri. E' un po' la legge di Darwin - conclude aulico -, sopravvivono i più forti, i non deboli". "Stato di guerra" - In attesa del processo-streaming, c'era anche chi parlava di "stato di guerra", come il senatore Maurizio Buccarella: "Dopo quasi 20 ore di riunioni di gruppo svolte negli ultimi giorni, sotto l'assedio mediatico della stampa nemica che, percepito l'odore del sangue, si avventa come un branco di squali per distruggere e dividere i parlamentari fra loro e fra loro e Grillo. Oggi - verga su Facebook - avremo finalmente l'opportunità di sentire dalla diretta voce della collega, che ha ben pensato di eclissarsi fino ad oggi dalle suddette riunioni sfinenti, il suo pensiero e le sue intenzioni". Buccarella conclude affermando che "Gambardo deve fare un passo indietro". Le posizioni - In un contesto esplosivo, però, nel Movimento c'è chi getta acqua sul fuoco e tenta un'ultima mediazione. Ci prova per esempio Maurizio Buccarella, vicepresidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama: "Non so se si arriverà mai a una votazione sulla Gambaro - spiega -. Noi senatori la incontreremo prima dell'assemblea per scambiare quattro chiacchiere e capire il suo punto di vista, poi ci sarà la riunione congiunta". Buccarella aggiunge: "Se la collega crede a ciò che ha detto dovrebbe dimettersi". Però spiega anche che "l'espulsione comporterebbe ulteriori problemi. Passeremmo sulle graticole per i soliti discorsi sulla democrazia interna". Poi c'è invece chi, come Tommaso Currò, non ha il minimo dubbio e si pone in netta contrapposizione con Grillo: "Voterò per Adele, contro di lei sono stati usati toni assurdi. Mi auguro che nessuno venga espulso". Settimana di passione - La situazione, nel M5S, è molto fluida. La settimana che ha preceduto questo lunedì è stata convulsa. Prima l'assemblea in cui sono state lette le dichiarazioni poco gradite rislasciate alla stampa dai parlamentari grillini. Poi, martedì, l'elezione del nuovo capogruppo al Senato, Nicola Morra, su cui di fatto i pentastellati si sono divisi: ortodossi contro dialoganti, come sempre, o quasi. Quindi, nella stessa giornata, le dichiarazioni-bomba della Gambaro e, a cascata, gli incontri, le dichiarazioni e le prese di posizione sulla senatrice dissidente. Il weekend è stato interlocutorio: la quiete prima della tempesta. Una quiete "spezzata" solo dal nuovo attacco di Grillo alla stampa, che "fa schifo", perché il quotidiano La Stampa ha scritto un lungo articolo sulla possibile scissione, smentita però dai diretti interessati di cui venivano fatti nomi e cognimi.

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