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Senato, Berlusconi dà la fiducia a Letta. Poi il pianto

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Ignazio Stagno
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Via libera del Senato alla fiducia al governo di Enrico Letta con 235 si' e 70 no. Tra i "sì" c'è anche quello di Silvio Berlusconi. In un discorso breve il Cav appoggia ancora l'esecutivo: "Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilita' di fare, avevamo la speranza che cambiasse il clima", attraverso "una pacificazione" si ponesse fine ad "una guerra civile. Ma adesso esprimiamo voto di fiducia al governo Letta. Votermo la fiducia al governo soprattutto per il fatto che l'Italia ha bisogno di un governo che possa produrre quelle riforme di cui il Paese ha bisogno per modernizzarsi. Abbiamo ascoltato con attenzione le dichiarazion di Letta. Abbiamo ascoltato i suoi impegni. Mettendo insieme tutte queste aspettative, il fatto che l'Italia ha bisogno di un governo e di riforme, abbiamo deciso, non senza interno travaglio, di esprimere un voto di fiducia''. In serata, ma l'esito del voto era scontato, Letta incassa la fiducia anche alla Camera con 435 sì, 162 no. Le lacrime - Una decisione sofferta, quella del Cavaliere, arrivata dopo una lunga serie di piroette e ripensamenti di cui vi diamo conto nel resto dell'articolo. Una decisione talmente sofferta da farlo scoppiare in lacrime, al Senato. Un pianto composto, di pochi secondi, in cui si condensano fatiche, frustrazioni, accuse, attacchi. Lacrime di Silvio. E non solo. Già, perché di fronte a quella che reputa una resa, anche Denis Verdini ha pianto. "Se voti la fiducia - avrebbe detto a Berlusconi prima del voto - siamo morti. Silvio, fidati, non farti umiliare". Per Verdini, insomma, la fiducia è stata un'umiliazione. Tale da farlo piangere.  Il giorno più lungo - Ma la notizia di un "sì" a Letta girava già per i corridioi di palazzo Madama. A quanto pare il Cav dopo la riunione con i suoi senatori avrebbe deciso di appoggiare ancora Letta. A palazzo Grazioli ieri sera la linea del Cav era diversa: "Domani in Aula votiamo per la sfiducia". Posizione già espressa nel pomeriggio di ieri, 1 ottobre, in un'intervista al settimanale Tempi. Questa mattina Berlusconi è andato in Senato. Prima di entrare in Aula ha fatto due mosse. La prima. Il Cav ha rilasciato un'intervista a Panorama in cui di fatto ha sottolineato la sua ferma volontà di non dare il suo appoggio a Letta e ribandendo che non muore "nemmeno se lo ammazzano" politicamente. La riunione con i senatori - Poi intorno alle 10 e 30 da palazzo Madama, poco prima che parli il premier in Aula, Silvio riapre ancora la partita e annuncia: "Lo ascolterò con attenzione poi decideremo". Una sorta di timido spiraglio che ha di fatto sconfessato la linea decisa ieri sera a palazzo Grazioli. Passa qualche minuto e il Cav riunisce i suoi senatori al Senato. Vuole capire cosa hanno intenzione di fare. All'incontro non partecipano 15 senatori azzurri. Chi invece resta espone le sue ragioni. Intanto mentre Silvio ascolta i suoi senatori, in Aula inizia a girare un foglio con 25 nomi: è la lista degli "alfaniani" che vogliono sostenere Letta. A quel punto il Cav, secondo indiscrezioni pende verso la fiducia, tanto che qualcuno inizia a parlare di retromarcia.  Ma passano ancora 5 minuti e il gruppo del Pdl mette ai voti, davanti al Cav la linea da seguire sulla fiducia. Ebbene 27 votano per la sfiducia, 24 per la fiducia e 2 per l'uscita dall'Aula. A questo punto altra inversione di marcia. Il Cav "ha deciso per la sfiducia". Infine pochi minuti fa l'ultima indiscrezione dal Senato: "Silvio darà la fiducia a Letta". Piroette continue che danno idea della tensione che si respira in casa Pdl e a palazzo Madama. Ma alla fine la fiducia ha avuto la meglio. Su tutto. 

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