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Regionali, la telefonata di Gentiloni a Grasso: "Se ci state, qua vinciamo dopo 25 anni". Panico nel centrodestra

Giulio Bucchi
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Una telefonata, che doveva restare top secret. E che invece è uscita sui giornali e che getta una nuova luce sulle regionali in Lombardia e i precari equilibri nel centrosinistra. È Repubblica a riportare i dettagli del colloquio riservatissimo tra il premier Paolo Gentiloni e il presidente del Senato Pietro Grasso, nelle vesti però rispettivamente di esponente del Pd e leader elettorale di Liberi e uguali. Per approfondire leggi anche: Farina e il patto di Arcore, "si perdono faccia ed elezioni" "Presidente - è il messaggio del premier -, mi appello al tuo buon senso. Possiamo vincere in Lombardia, dopo 25 anni. Non è un problema regionale, si tratta di far governare al centrosinistra un sesto degli italiani. Non possiamo farci del male. Sono sicuro che, come me, senti questa responsabilità". All'origine della telefonata c'è il terrore, al Nazareno, che la banda guidata da Grasso, Boldrini, D'Alema, Bersani e Speranza pur di non fare favori al nemico Matteo Renzi schierino un loro candidato alle regionali in Lombardia. Se nel Lazio l'appoggio a Zingaretti sembra possibile, per ora quello a Giorgio Gori pare escluso. Un disastro. Anzi, una tafazzata perché dall'altra parte, fronte centrodestra, Forza Italia e Lega Nord sembrano voler rischiare col fuoco aizzando le polemiche per il dietrofront del governatore uscente Roberto Maroni e la scelta di Attilio Fontana come suo successore. Nei sondaggi Fontana è comunque davanti a Gori, ma il suo margine rischia di essere più stretto. Insomma, il centrodestra non ha più in cassaforte una regione cruciale anche a livello nazionale e proprio questo alimenta le speranze a sinistra di un clamoroso sorpasso nella volatona elettorale. Non a caso, sottolinea Repubblica, Renzi continua a ripetere ai suoi che il caso Maroni "è una bomba", ovviamente sotto le poltrone del centrodestra.  Per approfondire leggi anche: "Perché l'addio di Maroni mi preoccupa", un Feltri inquietante "Si può andare divisi alle politiche - insiste Gentiloni con Grasso - ma cosa ci impedisce di provare a fare la storia e sconfiggere la Lega a casa sua?". Secondo Repubblica, Grasso si è detto possibilista: "Vediamo cosa si può fare, io non sono contrario a un accordo". L'impressione è che i vertici nazionali di LeU siano per l'accordo, mentre quelli regionali lombardi (gli ex di Sinistra italiana in prima fila) per lo strappo. Anche per questo, rivela Repubblica, il Pd avrebbe già previsto il listone A sinistra con Gori dove imbarcare quelli che provengono da Mdp e che, tutto sommato, un incarico di peso alla Regione non lo disdegnerebbero.

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