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Luigi Di Maio, la condanna a morte di Mediaset (e Rai): "Perché hanno i giorni contati"

Gino Coala
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"Noi del MoVimento è da anni che diciamo che con l'avvento della Rete sarebbe cambiato tutto e i media tradizionali ne avrebbero fatto le spese. Non era una profezia fine a sé stessa, ma un indicatore di dove investire per garantire un futuro al nostro Paese. Venerdì Morgan Stanley ha pubblicato un report sul futuro della televisione con dati inequivocabili: in Italia al momento Netflix ha una penetrazione stimata attorno al 6%, ma cresce a un ritmo del 3% l'anno e quindi raggiungerà il 20% in 5 anni. Quello sarà il punto di non ritorno che in America ha coinciso con il declino del consumo della tv tradizionale". Lo scrive sul Blog delle Stelle, il vicepremier e ministro per lo sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, intervenendo sul tema della televisione e dei nuovi media. "Pensate - scrive il capo politico dei Cinque Stelle - che una volta che Netflix entra in una casa, il consumo di tv tradizionale cade del 16-30%. Per di più è finita la crescita della pubblicità, che rappresenta tra il 50 e il 90% dei ricavi delle tv tradizionali. Se proiettate questi dati nel tempo è chiaro cosa succederà". "Davanti a questo scenario, come ministro dello sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni, dico che è tempo che in Italia si inizi ad anticipare il futuro e a fare investimenti che vanno nell'ottica delle nuove tecnologie e non di quelle vecchie", aggiunge: "È fondamentale il 5G ad esempio, la banda larga, ma è anche fondamentale incentivare la fornitura di quei servizi che possono essere di supporto alle piattaforme di oggi e nel medio e lungo periodo investire in nuovi modelli di business e nuove tecnologie per sviluppare a casa nostra le piattaforme del futuro" "Se la prossima Netflix sarà italiana dipende dagli investimenti che facciamo oggi. Penso a dare un'opportunità alle giovani imprese che si occupano della creazione di nuovi format e di contenuti multimediali, a quelle che realizzano applicazioni in questo settore, a quelle che inventano da zero nuove tecnologie. In definitiva a stimolare creatività e competenze tecnologiche in questi ambiti", aggiunge Di Maio. "Un prodotto italiano di successo diffuso su Netflix o piattaforme simili, sarebbe un volano importante per far conoscere il nostro stile di vita e per far ripartire la nostra industria culturale . sottolinea il ministro per lo sviluppo economico - . Se riusciremo anche a sviluppare delle piattaforme italiane che hanno successo mondiale sarà un ritorno incredibile su tantissimi fronti. Su questo devono interrogarsi anche le grandi aziende culturali del Paese, in primis Rai e Mediaset" Una cosa è sicura: è un momento di grandi cambiamenti e quindi di enormi opportunità. Con investimenti oculati e un serio indirizzo politico le coglieremo e saremo protagonisti", conclude Di Maio. "Il finanziatore Luigi Di Maio della Casaleggio associati colpisce ancora. Sul futuro delle televisioni il vicepremier gioca a fare il dirigista con il portafogli degli altri, dimentica e mortifica le eccellenti produzioni televisive italiane che alimentano l'industria culturale del nostro Paese, prefigura scenari tetri in favore ovviamente di internet. A correre a supporto svelandosi come mandante della fesseria della domenica giunge lesto Davide Casaleggio, al quale Di Maio versa ogni mese denaro come tutti i parlamentari dei 5 Stelle. È tutto molto, molto penoso. Ed è tutto molto, molto pericoloso per il futuro dell'Italia". Lo afferma, in una nota, Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce unico dei gruppi azzurri di Camera e Senato.

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