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Romano Prodi: "I documenti confermano la volontà di Gheddafi di fare una moneta unica africana"

Cristina Agostini
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Tutto nasce dalla guerra in Libia dall'instabilità che è stata creata. Perché "le migrazioni sono sempre esistite. Ma queste non sono gestite. Tutte le cose non gestite fanno paura". Romano Prodi, in una intervista a La Stampa ricorda che "Gheddafi era un dittatore, ma con lui si facevano accordi". Poi la Francia ha ben pensato di attaccarlo, forse perché una moneta unica africana avrebbe soppiantato anche il franco coloniale: "Io non li ho visti personalmente, ma so che ci sono rapporti e documenti che confermano la volontà di Gheddafi di andare verso una moneta unica africana. Ciò fa pensare male, ma non significa necessariamente che sia questa la ragione del comportamento francese". Leggi anche: "La jihad contro Salvini". Libia, la minaccia oscena: ombre sul generale Haftar E oggi che tutto è cambiato un accordo Europa-Cina per il governo dei flussi migratori dall'Africa anche se "può sembrare una utopia", "ci farebbe fare un enorme salto avanti". Spiega il Professore: "La Cina ha interessi molto forti in Africa per un motivo molto semplice. Ha il 7 per cento delle terre arate del pianeta e il 20 per cento della popolazione mondiale. Finché le persone erano rassegnate a soffrire la fame il problema non si poneva. Quando sono aumentati i consumi e le aspettative individuali e collettive, il governo cinese è andato a cercare cibo, energia e materie prime là dove poteva trovarle: in altri paesi dell'Asia, America Latina e in Africa". Insomma, per Prodi, "basta un minimo di intelligenza politica per capire che uno sviluppo ordinato dell'Africa garantirebbe flussi migratori ordinati". Quindi si tratta innanzitutto di superare le resistenze francesi e "di tutti coloro che conservano interessi specifici sui singoli Stati". Certo sarebbe utile coinvolgere anche Russia e Stati Uniti ma non così fondamentale: gli Usa "non hanno bisogno dell'Africa. Sono autosufficienti dal punto di vista energetico, alimentare e delle materie prime. E sostanzialmente la stessa cosa vale per la Russia. Partire con Europa e Cina sarebbe già una gran cosa".

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