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La Casta si regala32 milioni di euro in più

Dopo anni di tagli aumentano di 6 milioni le spese per Camera, Senato e Quirinale. E crescono di 26 milioni quelle per Corte dei Conti, Tar, Consiglio di Stato, Cnel e Csm

Matteo Legnani
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È una delle amare sorprese della legge di stabilità: dopo anni di tagli, tornano ad aumentare i costi della politica. E non di poco: 32 milioni di euro in più nel 2014 inseriti nella tabella del ministero dell'Economia sotto i capitoli «organi costituzionali» e «organi a rilevanza costituzionale». Aumentano di 6 milioni di euro le spese per Camera, Senato e Quirinale. Aumentano di circa 26 milioni di euro le spese per Corte dei Conti, Tar, Consiglio di Stato, Cnel e Consiglio superiore della magistratura. Sostanzialmente per tutti le spese o restano immutate rispetto al 2013 o lievitano. Con due sole eccezioni: il fondo spese elettorali che scende di 380.191 euro quest'anno portandosi a 91 milioni di euro per pagare elezioni europee ed eventuali rinnovi dei consigli regionali. Il secondo e ultimo a stringere la cinghia è il Cnel, che si vede ridurre la dotazione di 105.617 euro, da 2,83 a 2,72 milioni di euro. Ma la recupererà con gli interessi nel 2016, quando salirà a 2,895 milioni di euro. Restano immutati gli stanziamenti base per Camera (943,1 milioni), Senato (505,36 milioni) e Presidenza della Repubblica (228 milioni). Ma lievita la loro spesa complessiva perché per la prima volta appare in bilancio la spesa di un ufficio congiunto Camera-Senato che dovrà vigilare sull'effettivo rispetto del principio di pareggio di bilancio inserito nella Costituzione con la legge 243 del 24 dicembre 2012. Costo di questa vigilanza: 6 milioni di euro, che non sono proprio una bazzecola. Ed è grottesco che proprio la legge che doveva servire a tenere sotto controllo i conti pubblici calmierando la spesa, faccia lievitare di 6 milioni di euro l'anno i costi della politica. A parte questa somma che lievita l'unica cosa certa è che nel bilancio dello Stato non si trova alcuna traccia dei presunti tagli al proprio bilancio che avevano annunciato sia Laura Boldrini che Piero Grasso. La dotazione del Senato resta immutata rispetto al 2013 sia nel 2014 che nel 2015 e nel 2016. Quella della Camera immutata nel 2014 e nel 2015 e aumentata di quasi 50 milioni di euro nel 2016, quando passerà da 943,16 a 992,8 milioni di euro. Ha mantenuto invece la promessa fatta il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il suo stipendio personale era stato fissato dalla legge di stabilità dello scorso anno a 248.017 euro. La cifra secondo l'assestamento di bilancio 2013 è scesa a 239.182 euro lordi, con un taglio di 8 mila euro che ha superato ampiamente la cura dimagrante solo annunciata da altre cariche istituzionali. Il nuovo assegno secondo la tabella della legge di stabilità resterà identico anche nei prossimi anni. Almeno fino al 2016, oltre al quale non va la attuale legge di bilancio. Aumentano invece già nel 2014 le spese di tutti gli altri organi a rilevanza costituzionale. Più di 12 milioni alla Corte dei Conti, che vede passare da 32,2 a 43,99 milioni di euro le spese di funzionamento (incremento di 11,79 milioni di euro), mentre aumenta di 434.357 la dotazione base che sale a 237,214 milioni di euro. Cresce di 12,5 milioni di euro anche la spesa per il funzionamento di Consiglio di Stato e Tar: passano da 176,3 a 188,8 milioni di euro. Aumenta di 14.283 euro la spesa di funzionamento del consiglio di giustizia amministrativa della Regione Sicilia (sale a 264.054 euro). E passa da 34,7 a 36,03 milioni di euro il costo del Consiglio superiore della magistratura. Il funzionamento base aumenta di 714.302 euro salendo a 6 milioni di euro tondi per il 2014. La dotazione base aumenta di 588.843 euro arrivando a 30.030.997 euro.  Per molti organi costituzionali l'aumento è dovuto sia a maggiori dotazioni strutturali ottenuti che dagli scatti di stipendio dei propri dipendenti sottratti alla tagliola che spesso scatta invece sulla maggiore parte dei dipendenti pubblici.  di Franco Bechis

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