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Italia, Giampiero Ventura commissariato: Buffon e i senatori, guerriglia in spogliatoio

Andrea Tempestini
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Sulle rovine azzurre del post Svezia sventola la bandiera di un “commissario tecnico commissariato”, quel Giampiero Ventura che prima gli spifferi di Coverciano e poi di Appiano Gentile (la casa dell'Inter dove la Nazionale si è radunata in vista del capitale ritorno contro la Svezia, domani sera al Meazza alle 20.45) raccontano turbato e indeciso sul da farsi, ormai condizionato nelle scelte dall'influenza del blocco juventino più Bonucci e De Rossi. Comandano i senatori? Di sicuro non siamo all'autogestione, ma la spaccatura è evidente e il fatto che la Svezia ci abbia picchiato per 90' certifica la poca voglia di sacrificarsi: Ventura e la squadra non si sopportano e da dopo la batosta con la Spagna sono sempre più distanti. Il linguaggio del corpo non mente, il ct dispensa raramente incoraggiamenti ma non rinuncia a scuotere la testa dopo gli errori dei nostri in campo, naturalmente poi informati da chi in panchina vede tutto. Il mancato abbraccio dopo il gol a Israele rende palese il clima, peggio del Mondiale 2014 in Brasile: Ventura è un uomo solo, per quanto al comando è ancora da vedere. Si vocifera pure di esonero anche in caso di qualificazione, per affidare la Nazionale al traghettatore Di Biagio (ct dell'U21) in attesa di un “big” (magari Conte) per il Mondiale. Certo, non è esatto dire che la formazione la fanno Buffon e soci eppure sarebbero stati proprio i senatori a imporre il 3-5-2 anche a Solna ed è tutto da capire come l'Italia si presenterà domani a un match senza alternative: dentro o fuori, rimonta da annali o imperitura vergogna, dato che solo nel 1958 non ci siamo qualificati alla Coppa del Mondo (disputata proprio in Svezia). Buffon è nervoso, per lui andare in Russia significherebbe partecipare al sesto Mondiale, record di ogni tempo, e la sola idea di fallire lo fa impazzire. Oggi, con l'ultimo allenamento alle 15 alla Pinetina, si spera che l'influsso dell'ottima gestione di Spalletti si trasmetta dai nerazzurri agli azzurri. Dopo che il 3-5-2 non ha funzionato, ma che dall'interno viene ritenuto come il modulo di riferimento (anche perché permette a tutti i grandi vecchi di giocare...), c'è da sperare che se si insisterà su quella strada l'inserimento di nuovi uomini possa ribaltare l'inerzia. Fuori lo squalificato Verratti, il jolly tuttofare Florenzi è il più indicato per prenderne il posto, così come Eder potrebbe partire titolare al fianco di Immobile, con Belotti pronto in panchina: una staffetta già pensata prima della Svezia. Cresce però anche il partito di chi vuole Insigne in campo («Ma devo giocare al centro?», lo ha pizzicato una telecamera mentre si rivolgeva sconsolato ai compagni venerdì) e dunque ecco il dilemma: sì al 4-3-3, che in questi 16 mesi di Ventura non è mai stato fatto? Oppure il compromesso 3-4-3? Permetterebbe sia un tridente Candreva- Immobile-Insigne sia la difesa a tre, ma i risultati fin qui sono stati deludenti. Mentre il pur inedito 4-3-3 è il modulo con cui tutti gli interpreti avrebbero dimestichezza perché comune in quasi tutti i club d'appartenenza. Un azzardo, è vero, ma vista la situazione... E se Bonucci, dopo le carezze ricevute da Berg e Toivonen (frattura al naso, giocherà con la maschera protettiva) cerca finalmente l'acuto nel suo “nuovo” stadio, chi mostra freddezza è il presidente federale Tavecchio: «Non è tempo di parole, la reazione ci sarà in campo», ha detto durante il viaggio di ritorno, parlando con squadra e ct e accompagnandoli ad Appiano. Ancora più sicuro di ribaltare lo 0-1 è don Massimiliano Gabbricci, il cappellano degli azzurri: «Abbiamo tutte le possibilità per vincere, li ho benedetti e ce la faremo. Poi li porterò dal Papa». Tutt'altra la musica del maestro Pirlo: «L'Italia sembrava giocasse per lo 0-0, in ambito europeo non basta. Verratti era nervoso, si è perso dopo il giallo, ma la squadra non lo ha supportato. Ventura chiede l'aiuto di San Siro? Non ho mai visto i tifosi fare gol...». di Tommaso Lorenzini

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