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Elezioni 2018, il "record infame" di Matteo Renzi: con lui il Pd più a fondo pure del Pds di Occhetto nel 1994

Giulio Bucchi
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Zimbello della sinistra, zimbello d'Italia. Per spiegare il disastro di Matteo Renzi e del Pd a queste elezioni al Nazareno qualcuno tira fuori gli archivi e scava. Risultato: l'ex premier ha fatto peggio pure di colui che è passato alla storia come l'uomo che ha perso delle elezioni già vinte, Achille Occhetto. L'allora segretario del Pds si fermò al 20,36%, appena 7,8 milioni di voti. Una miseria per chi, venendo dal Pci, era abituato a puntare al 30 per cento. Leggi anche: Caporetto Pd, chi è rimasto a votare Renzi Renzi però si è superato, riscrivendo la storia. Ingenerosi? Va detto che il tracollo del principale partito del centrosinistra viene da lontano: 27,9% nel 1996, 29,4% nel 1999, poi sempre sopra il 30% fino al 2009, con il 26,1%, e da lì 25,2% nel 2013, il botto ora potremmo dire casuale del 40,8% alle Europee 2014 e infine questo epocale 19% che per qualche ora ha messo a rischio addirittura il ruolo di secondo partito in Italia. Altro che "vocazione maggioritaria".

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