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Italia-Svezia per la qualificazione ai mondiali di Russia 2018: se perdiamo, un buco da 100 milioni di euro

Andrea Tempestini
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Il tempo si fermerà, 180 minuti fra Solna e Milano da vivere in una apnea che all'Italia non dà alternative: affondare la Svezia e farle «Hallå Hallå» («Ciao Ciao») mentre andiamo al Mondiale, oppure annegare miseramente nell'abisso di una mancata qualificazione che sarebbe come un Titanic per la Federcalcio. La somma precisa non è calcolabile, ma la stima di 100 milioni di potenziali perdite per la Figc e per il sistema che orbita intorno alla “stella pallone” è realistica. Nel Mondiale con il montepremi più alto di sempre, 345 milioni di euro la tortona che si spartiranno le 32 federazioni qualificate, la Fifa sborserà circa 8 milioni a chi accede ai gironi, più 1,5 per le spese. Quindi solo essere in Russia ne vale una decina (disputare gli ottavi 3,4 milioni, i quarti ulteriori 3,5 e ben 33 per chi vince). La Figc ha stipulato accordi con una ventina di aziende per 43 milioni, con la Puma sponsor tecnico che ne dà circa 19 all'anno (fino al 2022) di parte fissa più le royalties, legate al numero di magliette vendute. Aggiungere un altro flop dopo il Sudafrica (due milioni di maglie vendute) e il Brasile (un milione) significherebbe per la Figc ritrovarsi nel futuro prossimo seriamente indebolita dal punto di vista della forza contrattuale. Ricordate le difficoltà dopo il flop ai Mondiali 2014? Solo l'ingaggio di Antonio Conte (il cui contratto fu sostenuto proprio con i denari decisivi della Puma) restituì appeal e ritrovata credibilità. Delicato il tema dei diritti tv, ancora non assegnati: Rai e Sky stanno studiando le offerte, in attesa dello spareggio. Gli 8-9 milioni di telespettatori “canonici”, durante le grandi manifestazioni possono perfino raddoppiare, tanto che le televisioni potrebbero sborsare ben oltre i 24,7 milioni (la cifra spesa dalla Rai nell'ultimo accordo) per trasmettere gli azzurri in Russia. E dunque fra stasera e lunedì il calcio italiano non si gioca soltanto la faccia. A Ventura non possiamo non riconoscere di avercela sempre messa, eppure arriviamo al momento topico con una Nazionale che non ha ancora un'identità e che, stando a quanto filtra, terrà in panchina sia Jorginho (regista del Napoli delle meraviglie) sia Insigne (il più in forma del campionato) mettendo uno accanto all'altro Belotti e Immobile: due carichi da 90 però entrambi prime punte e reduci da infortuni. Oltretutto, se le voci della vigilia saranno confermate, scenderemo in campo con un modulo, il 3-5-2, che solo Bonucci, Parolo e Immobile utilizzano con Lazio e Milan in campionato, peraltro in un formato “spurio”. E per affrontare una Svezia che come grande certezza ha il collaudato 4-4-2 (battuta la Francia, ingabbiata l'Olanda) e alla Friends Arena non perde dal settembre 2015 (ko 4-1 con l'Austria alle qualificazioni di Euro 2016) non sembra una grande idea. Un po' a sorpresa, ad agosto Tavecchio ha annunciato il prolungamento con il ct fino al 2020: finora è capitato solo nel 1958, ma che succede in caso di esclusione? Se ne va solo Ventura? di Tommaso Lorenzini

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