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Andrea Tempestini
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Un eroe del nostro tempo, è un figlio del web, di quella rete di comunicazione rapida che spadroneggia nel nostro tempo a crearne miti e mostri. Di nome fa Vito Crimi, palermitano quarantunenne, ex assistente giudiziario al Tribunale di Brescia dove guadagnava qualcosina in più di 20mila euro lordi l'anno, oggi senatore della Repubblica per conto dei 5Stelle e per un tempo addirittura capogruppo dei senatori grillini, il che ti fa venire i brividi al pensiero di che cosa devono essere gli altri.  Da membro della Giunta del Senato, è uno di quelli che a maggioranza hanno deciso la decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare. Poco prima che la riunione della Giunta iniziasse Crimi ha fatto una cosa degna del Crimi che è, dell'uomo che probabilmente non ha mai letto un libro per intero in vita sua e che invece «posta» ogni giorno su Facebook inenarrabili fesserie su ogni specie di nulla. Senza alcuna tema di star lordando l'umanità oltre che la Sicilia in cui è nato, Crimi ha scritto da par suo un «post» in cui ironizzava sui suoi «peti» e sulla «prostata» del settantasettenne ex capo del governo. Roba con cui pensava di essersi elevato alle cime del pensiero occidentale, perché ai suoi occhi trattar di «peti» significa toccare le cime di quel pensiero. Dall'indecente nullità che è, ha sollevato un putiferio di critiche e pernacchie in quello stesso web che lui ritiene il suo territorio naturale, né più né meno di quanto le pianure d'Europa lo fossero per la cavalleria di Napoleone. Capitava anche a quei cavalieri di essere disarcionati mentre andavano all'assalto. Sprezzato da alcuni suoi stessi compagni d'arme del 5Stelle oltre che dal presidente del Senato, Crimi ha controbattuto con un sorrisino ebete che è il massimo della sua creatività espressiva. «Un post, che male c'è?» ha detto a chi lo interrogava stranito da tanta sua volgarità. Qualcuno di voi lo ricorda quando era seduto in diretta streaming, lui e il capogruppo donna dei deputati dei 5Stelle, di fronte a un Pier Luigi Bersani tutto sussiegoso che assieme a loro avrebbe voluto rendere l'Italia migliore di quello che è, e nell'occasione Palmiro Togliatti deve essersi rivoltato nella tomba, lui che quando la politica era una tragedia seria aveva di fronte tipini come Giuseppe Stalin. E va bene che l'attuale classe politica è fatta per una buona parte di personaggi che stenterebbero a superare un esame di quinta ginnasio, epperò in questo circo di nani Crimi spicca di una luce fulgidissima. Sia detto con rispetto dei tanti valorosi internauti che al web apportano intelligenza e conoscenze, più figlio del web di Crimi è impossibile. Lo capisci al volo che i 140 caratteri del tweet siano per lui la distanza massima e migliore quanto ad articolazione del discorso e del ragionamento. Un carattere in più oltre i 140 e non saprebbe che cosa aggiungere. Tutto in lui è di una misura ridotta, il pensiero, il linguaggio, la fantasia politica. Lo ascolti ed è come se non avessi sentito nulla. Le ovvietà che sta per dire gliele leggi nel volto prima ancora che lui le pronunci, com'è purtroppo di numerosi politici del 5Stelle. Io non ne ho mai incontrato nessuno, a dire il vero. Lo avessi di fronte, Crimi o qualcuno par suo, proverei a toccarlo con il dito indice a verificare se quel signore in carne e ossa esiste o è solo un'illusione ottica. Figli del web, ho detto. Di quel territorio dell'espressione e della comunicazione dove si fa notare un energumeno leghista che dà del «pedofilo» a Nichi Vendola e poi chiede scusa perché non s'era reso conto di quello che aveva scritto, o magari un giovane e promettente militante del Pd sardo che s'era augurato che qualcuno stuprasse una campionessa russa di salto con l'asta che aveva osato balbettare qualcosa in accordo con un Vladimir Putin anti-gay.  Il web. Pianure immense per la quantità di conoscenza e di informazione rapida che offrono. Patria di mostri da quanto permettono ai cretini di ogni risma di dare il peggio di sé, di «postare» puttanate a più non posso, a cominciare dagli insulti i più orripilanti. Una patria che ha dato ai cretini un'arroganza e una visibilità orgogliosa che mai avevano avuto nella storia dell'umanità. Una patria da cui alcuni di loro sono stati prescelti per andare a sedere su un seggio del Senato, quello che passava una volta per la Camera Alta. Dov'era concentrato il massimo dell'esperienza e della saggezza. di Giampiero Mughini

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