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"La Guerra del Golfo". Mario Arpino e un conflitto "dimenticato"

Marco Petrelli
Marco Petrelli

Nato a Terni 37 anni fa, viaggiatore per vocazione, è giornalista e fotoreporter. Nel corso della sua attività di "penna" si è occupato un po' di tutto, anche del Burlesque. Poi l'approdo al mondo militare narrato seguendo gli addestramenti in prima persona. Porterà sempre con sé il ricordo del reportage dal Libano, un Natale trascorso con i militari italiani della Missione UNIFIL. Ha due lauree in Storia, una Moto Guzzi ed una grande passione per la fotografia. Di recente ha pubblicato il suo primo libro "importante": I partigiani di Tito nella Resistenza Italiana (Mursia, 2020). È Ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito Italiano.

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“La Guerra del Golfo. Diario di una guerra dimenticata” è il titolo di un interessante volume edito, dal mese corrente, per i tipi di Storia Militare, firmato da un autore d’eccezione, il Generale Mario Arpino. 

L’Autore Nato a Tarvisio (UD), classe 1937, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Generale ha prestato servizio nell’Arma Azzurra dal 1956, anno del suo ingresso all’Accademia Militare di Nisida come Allievo Ufficiale del Corso Rostro (Rex II), al 2001 anno del congedo. 

 

 

 

 

Pilota della linea caccia, ha indossato l’uniforme per oltre 44 anni durante i quali ha assistito ed è stato altresì protagonista della profonda trasformazione della sua Forza Armata e del Paese, dalla ricostruzione post bellica all’ingresso delle donne nelle FF.AA. 

Nell’ottobre del 1990 fu incaricato di coordinare l’unità aerea di Riyadh (Arabia Saudita) nel quadro dell’Operazione “Locusta”, cioè l’intervento del contingente aereo italiano in seno a “Desert Storm”. 

Il contesto storico Trentuno anni fa, il 2 agosto 1990, l’esercito di Saddam Hussein al-Tikriti invadeva il Kuwait, microstato sorto con la fine del mandamento britannico nel Golfo persico, sul quale Baghdad rivendicava sovranità. Nazionalismo? Certo, ma anche enormi disponibilità energetiche rappresentate dai pozzi petroliferi kuwaitiani. 

 

 

 

 

 

 

L’invasione fu subito condannata dagli Stati Uniti e, pochi giorni dopo, con la Risoluzione 660 l’ONU impose l’immediato ritiro delle forze irachene dal Kuwait, cui seguirono sanzioni economiche al regime di Saddam, regolamentate dalla Risoluzione 661. 

La guerra Notte fra 16 e 17 gennaio 1991. Fino ad allora gli appelli delle  Nazioni Unite erano caduti nel vuoto. Due mesi prima, l’ultimatum: termine ultimo per il ritiro il 15 gennaio 1991 (Ris. 678). Scatta dunque l’operazione Desert Storm che coinvolge trentaquattro nazioni coalizzate contro il regime di Saddam. L’esercito iracheno fu sconfitto, sul campo, in 100 ore: centomila i morti, duecentomila i prigionieri. Al conflitto, durato in tutto 42 giorni, l’Italia partecipò con la già citata operazione “Locusta”. 

L’Autore a Riyadh Da Generale di Divisione Aerea Mario Arpino fu inviato nella capitale saudita il 1° ottobre del 1990 per costituire l’ufficio di coordinamento aereo. 

Sotto il comando di Arpino i piloti dell’Aeronautica Militare compirono 226 sortite in azione. La forza era composta da 10 Panavia Tornado (caccia-bombardieri), velivoli da trasporto e circa trecento militari. 

Il Generale Arpino è stato di fatto il primo comandante italiano a condurre un’operazione bellica dal 1945, nonché testimone e co-protagonista degli eventi politico-internazionali e diplomatici che portarono alla sconfitta di Saddam Hussein al-Tikriti ed al ritiro delle forze irachene dal Kuwait. 

In “La guerra del Golfo. Diario di una guerra dimenticata" Mario Arpino ripercorre le tappe del conflitto, arricchendo il volume con significativo materiale iconografico inedito. Fra le immagini, quella simbolo accanto al simbolo della sconfitta irachena (nonché comandante in capo di “Desert Storm”), il generale a quattro stelle dell’US Army Norman Schwarzkopf. 

IL LIBRO:

"La guerra del Golfo. Diario di una guerra dimenticata" 

Autore: Mario Arpino

Editore: Storia Militare

Anno: 2021 (novembre)


LE FOTO: 
 

1 - Copertina: 1991. Nelle vastità del deserto giacciono i resti della divisione corazzata Hammurabi della Guardia Repubblicana irachena (foto per gentile concessione dell'Autore)

2 - L'Autore 30 anni dopo gli eventi narrati. (foto per gentile concessione dell'Autore)

3 - La copertina del libro. (fonte: aeronautica.difesa.it) 

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