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Nuova intervista di Ratzinger: “Separare credenti da non credenti”. Non sono un po' troppe conferme al "Piano B"?

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Eccola qui. La attendevamo ed è arrivata – immancabile - la scure di papa Benedetto XVI dopo la prevedibilissima abolizione bergogliana del suo Summorum Pontificum, il motu proprio con cui liberalizzava l’unica messa a “totale garanzia di cattolicità”: quella antica, in latino.  

Ieri il giornale cattolico tedesco Herder Korrespondenz ha pubblicato una lunga intervista dove Ratzinger ricorda il suo tempo come parroco in una parrocchia di Monaco, ma a margine – come suo solito - fa dichiarazioni notevolissime:

 “Finché solo l'ufficio, ma non il cuore e lo spirito, parlerà nei testi ufficiali della chiesa, l'esodo della fede dal mondo durerà".

Nelle istituzioni ecclesiali - ospedali, scuole, Caritas - molte persone sono coinvolte in posizioni decisive che non supportano la missione interna della chiesa e quindi spesso oscurano la testimonianza di questa istituzione".

“Grano e pula, pesci buoni e cattivi appartengono alla chiesa. Non potrebbe essere questione di separare i buoni dai cattivi, ma potrebbe essere questione di separare i credenti dai miscredenti. Da allora, questo problema è diventato ancora più evidente”.

Mah? Chissà cosa avrà voluto dire. Il succo – potremmo riassumere obiettivamente - è che se i cattolici continuano a dare retta a chi ha solo un’autorità nominale, apparente, e non ha la Grazia, il cuore, lo spirito del Cattolicesimo, la fede continuerà a mancare nel mondo.  Oggi, la necessità di separare i credenti dai miscredenti si è accentuata.

Per una stranissima coincidenza, questi contenuti sembrano proprio essere sovrapponibili con la cosiddetta teoria del "Piano B", QUI  che stiamo sviluppando da mesi, con sempre maggiori e continue acquisizioni. Secondo questa teoria, papa Ratzinger, pressato a dimettersi e ormai esautorato, nel 2013 ha firmato una Declaratio di rinuncia invalida per il diritto canonico che gli ha consentito di rimanere papa, sotto l’istituto di un inesistente “papato emerito”. Da otto anni, continua a inviare sottili (ma neanche troppo) messaggi per far capire questa realtà e annullare la chiesa modernista che, tramite la Mafia di San Gallo, lo ha spinto a lasciare. Il suo obiettivo è quello di separare il grano dal loglio, i credenti dai non credenti con uno scisma purificatorio, espellendo massoni, modernisti, omosessualisti, eretici. Per far questo, basta che i cardinali vadano a “controllare le carte” per capire che lui non ha MAI ABDICATO. Fine della Chiesa bergogliana, annullata in un soffio, fine del modernismo, passato, presente e futuro. Si apre un “mondo nuovo” di riscoperta della fede, come scrive lui stesso in “Ultime conversazioni”.

Si spiegherebbe quindi, perché Ratzinger continui a intervenire “ a gamba tesa” con questi interventi, guastando ognuna delle riforme demolitorie di Bergoglio: come unico papa, non può tacere. Altrimenti dobbiamo pensare, come fanno in Germania, che è uomo da non mantenere le promesse, come quella di “restare nascosto al mondo”.

Il Piano B è una follia? Intanto cerchiamo di dare una spiegazione a questa serie di fatti, che vi riassumiamo in modo telegrafico:

- A fine 2012, Vatileaks porta alla luce una feroce guerra intestina nella Chiesa e parla di un piano per far fuori Benedetto.

- A maggio 2012 il presidente dello Ior Gotti Tedeschi viene licenziato senza che Benedetto ne sappia nulla. Ergo, il papa ormai non aveva più alcun potere nella Chiesa.

- Nel 2015, l’autobiografia del card. Danneels confermerà che esisteva una lobby di cardinali modernisti che voleva far dimettere Ratzinger e il cui campione era Bergoglio QUI

- A febbraio 2013 Benedetto scrive una  Declaratio di rinuncia in latino con due grossi errori di sintassi e decine di imperfezioni, denunciati subito sulla stampa da noti latinisti. Tre anni dopo, in “Ultime conversazioni”, Ratzinger dichiara che ha scritto il documento in ben due settimane, in latino, per non fare errori dato che è un ottimo latinista. QUI  Il documento, pure, era passato al vaglio della Segreteria di Stato per correggere errori formali e giuridici (sotto segreto pontificio) QUI    .

- La sua rinuncia coinvolge cinque canoni che pare proprio la rendano invalida: 124, 332 § 2, 188, 41, 17 .

- La rinuncia è però sicuramente dubbia, viste le interpretazioni, e pertanto invalida per il diritto canonico. QUI

- Per “distrazione”,  Ratzinger ha invertito gli enti munus e ministerium,  che, pure, lui stesso insieme a Wojtyla aveva elaborato negli anni ’80 per scomporre in due l’ufficio papale. QUI  Alla lettera, lui si è dimesso solo dalle funzioni pratiche, il ministerium, ma conserva il munus, il titolo divino di papa. Quindi diventa un papa eremita, ma resta il solo e unico papa. Dice infatti che egli è “rimasto nel recinto di san Pietro”.

- Per otto anni – non a caso . ripete che IL PAPA E' UNO SOLO, senza mai dire, nemmeno per sbaglio che è Francesco, cosa appena confermata da Mons. Gaenswein. QUI

- Insolitamente, differisce l’entrata in vigore della rinuncia al 28 febbraio, alle 29.00 (poi corretto con le 20.00). Saluta il mondo alle 17.30 e poi alle 20.00 non la ratifica. Guarda caso, questo rende la rinuncia invalida perché differita, non simultanea e non ratificata QUI

- In “Ultime conversazioni” scrive che si è dimesso come i papi che non hanno mai abdicato QUI   con un chiaro riferimento al papa Benedetto VIII che fu scacciato da un antipapa, e rinunciò al ministerium come lui,  ma restando IL papa.

- Scrive in “Ultime conversazioni”  che le sue dimissioni non hanno nulla a che vedere con l’abdicazione di Celestino V.

- L’istituto del papato emerito non esiste, a detta di tutti i maggiori canonisti: il papa emerito resta sempre IL papa. QUI

- Continua a vestire di bianco, giustificandosi col fatto che non aveva altri abiti. QUI

- Continua a usare il titolo Pater Patrum, del Pontefice regnante, a impartire la benedizione apostolica, a usare il plurale maiestatico, a regalare cartoline e medaglie da papa regnante QUI

- Dichiara sottilmente, ma precisamente, che ha scelto la data della Declaratio con un nesso interiore anche col primo lunedi di Carnevale. QUI 

- Continua a intervenire da otto anni in questioni cruciali per la vita della Chiesa.

- Nel libro intervista “Ein Leben”, ha scritto: “La mia intenzione non era semplicemente e primariamente fare pulizia nel piccolo mondo della Curia, bensì nella Chiesa nel suo insieme”.  

E infine, last but not least, ieri ha dichiarato che se i cattolici continuano a dare retta a chi ha solo un’autorità nominale, apparente, e non ha la Grazia, il cuore, lo spirito del Cattolicesimo, la fede continuerà a mancare nel mondo.  C’è oggi la necessità di separare i credenti dai miscredenti.

Ora, onestamente, non pensate che sia un PO’ TROPPO? Non credete che vi sia una certa quantità di indizi tale da dover far prendere moderatamente in considerazione anche lo choccante  Piano B?   Se siete riusciti a risolvere i misteri di cui sopra,  (E NON PRIMA, SIATE GENTILI) e avete delle ulteriori obiezioni da porre, potrete leggere le risposte ad alcuni contestatori QUI QUI e QUI 

Buona lettura.

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