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Tumore al seno, l'importanza dell'ottobre rosa

Ogni mese pensiamo alla nostra salute

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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Ogni anno ad ottobre si parla di tumore al seno perché nonostante i colori del cielo siano ormai quelli dell'autunno, ottobre è il mese "rosa" per eccellenza, si riempie di iniziative per sollecitare le donne a occuparsi di se stesse, a controllarsi con una ecografia o una mammografia. Lo facciamo noi anche qui perché il carcinoma mammario fa troppa paura, devasta, perché abbiamo vissuto la malattia in famiglia, ha colpito persone amatissime, e tutte noi abbiamo avuto un'amica, una conoscente, perfino un'attrice del cuore che ha dovuto lottare contro questa bestia che divora le cellule sane e ci invade di cellule cattive. A me fa  il tumore al seno terrorizza e non mi vergogno di dirlo. Ogni dolorino è un'angoscia, ogni banale gonfiore crea il panico, sotto la doccia mi tasto con delicatezza per capire se è tutto a posto e ho già cambiato infinite marche di deodoranti considerandoli, nel dubbio, colpevoli di ingrossamenti sospetti.

Questo mese ho prenotato tre mammografie in tre centri diversi, fino a che un'amica dottoressa ha cercato di farmi capire che ero solo molto spaventata e bastava farne una e affidarsi a bravi specialisti. Ma finché non ho avuto in mano quel referto ho vissuto giorni (e notti) di vera angoscia, temendo interventi chirurgici durissimi, cure invasive, caduta dei capelli, depressione galoppante e battaglie difficili da superare. Non è pessimismo, è che i dati sul tumore al seno sono drammatici: più di 54mila  italiane combattono ogni anno contro il cancro alla mammella, la ricerca ha fatto passi da gigante ma i numeri delle malate aumentano e comunque penso sia meglio, sempre, fissare una visita dal senologo per quei linfonodi che non ci danno tregua. Perché lo dico? Forse perché sono convinta che a tante altre, più o meno giovani di me  sia capitata la stessa cosa, gli stessi pensieri negativi. Allora, approfittate ora, in questo mese rosa di ottobre che è ricco di eventi per aiutare noi donne a controllarci, a fare prevenzione per evitare brutte sorprese.

Non posso qui elencare tutti i progetti in corso, che sono tantissimi, ma di sicuro c'è la Lilit, in prima linea contro il tumore al seno, c'è la Lega dei tumori di Milano Monza e Brianza che ha ideato Mammorisk, un programma di prevenzione personalizzata in cui un algoritmo fa una sintesi tra anamnesi, esami diagnostici e test salivare per restituire alle donne il rischio di ammalarsi di tumore alla mammella e una pianificazione su misura della diagnosi precoce valida per 5 anni. C'è una sana e corretta alimentazione da seguire, come spiegano tutti gli scienziati, c'è lo studio Breakfast presentato dall'Istituto Tumori di Milano e Ifom con il supporto di Airc, c'è la "carovana della prevenzione senologica" di Komen Italia che questo weekend toccherà le principali piazze italiane ed è sostenuta dai supermercati Todis nella campagna di screening gratuite a favore di tutte le donne, in particolare quelle che vivono in condizioni di disagio sociale o economico o che, a causa della pandemia, hanno rinunciato a fare i controlli. Insomma, le iniziative ci sono. Spesso gratis. Non aspettate. Fatevi visitare. E' importante. Anzi, vitale.     

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