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Alla sinistra manca una Nilde

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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C'è questa polemica nata quasi in sordina, come ogni vicenda che arriva dal riservatissimo Piemonte, che ancora si deve riprendere dal mediatico tradimento dell'estate (ricordate la coppia Segre- Seymandi con il discorso di lui alla festa di nozze?). Ma vedrete, domani, sarà sui giornali, di sicuro su La Stampa, il quotidiano di Torino in prima fila nella critica al centrodestra. La vicenda riguarda il mancato via libera in commissione Toponomastica a una strada da dedicare a Nilde Iotti, la prima presidente della Camera donna che l'Italia ha avuto, ma anche una delle parlamentari capofila nella battaglia per i diritti delle donne, una partigiana, esponente di una sinistra che oggi forse non c'è più, ma allora aveva un alto senso delle istituzioni, della rappresentatività e del rispetto per la questione femminile o, almeno, rispetto per lei che, per inciso, era la consorte (non sposata) di Palmiro Togliatti, la sua principale alleata, la sua ombra, la compagna con la quale il segretario del Pci decise di prendere in affidamento una bambina. Insomma, la Iotti ha una storia fatta di politica e di passione ben descritta anche in una docufiction trasmessa di recente da Raiuno in cui la più longeva terza carica dello Stato donna è stata interpretata da Anna Foglietta. Questo per dire che nessuno nega le sue qualità politiche e infatti anche Giorgia Meloni, che pure rappresenta un'altra linea politica, opposta a quella di Nilde, le ha dato merito citandola nel suo discorso di insediamento alla Camera da neo-premier.  Ora però è capitato che il centrodestra della commissione Toponomastica del Comune di Torino abbia deciso di astenersi sulla proposta avanzata dal Pd di intitolare una via all'esponente della sinistra. E apriti cielo. A Chiara Gribaudo, che punta a una candidatura alla Regione Piemonte il prossimo anno, e a  tutte le altre "Ellyne" che ora si ricordano la questione femminile, non è sembrato vero cavalcare questo scivolone della maggioranza per attaccare la premier ricordandole di quando anche lei aveva menzionato Nilde Iotti. Per l'occasione si è fatta sentire Livia Turco (<qualcuno ricordi alla Destra chi è stata Nilde Iotti>), bacchettata anche dalla capogruppo dem  a Montecitorio, Chiara Braga, dalla responsabile donne Cecilia d'Elia, dalla senatrice Rossomando e forse al coro si è aggiunto anche qualche maschio.  Forza Italia sostiene di non avere nulla contro la Iotti, resta dunque da capire perché Fdi si sia opposto all'intitolazione di una via alla storica politica comunista, mentre ieri in commissione Toponomastica è passato il disco verde per una passeggiata dedicata al radicale Marco Pannella.  Dopo il caso della mancata strada a Sandro Pertini, in Toscana, questo episodio torinese rianimerà di sicuro la sinistra a corto di argomento. Il problema è che una volta i compagni avevano Nilde Iotti, adesso ci sono le Schlein e le Gribaudo. Con tutto il rispetto.  

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