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Gli eredi Bastardi di Montalbano alla conquista d'Italia

Il nuovo libro in testa alle classifiche, il fumetto di Sergio Bonelli, soprattutto la serie tv che stravince le prime serate: storia di un successo (che ricorda quello dell'eroe di Camilleri)

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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I Bastardi di Pizzofalcone Foto: I Bastardi di Pizzofalcone
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Che cosa sono gli angeli? Infermiere che soccorrono bimbi sordi da un orecchio (come il George Bailey della Vita è meravigliosa di Frank Capra)? Meccanici dalla mani d’oro morti ammazzati in officine linde come sale operatorie? Poliziotte matrone che fanno sesso e si prendono cura di vicequestori depressi? «Gli angeli sono ovunque e hanno mille modi per manifestarsi…»: così Suor Germana, maestra in un’esclusiva scuola privata del Vomero, durante un duro contraddittorio, spiega le schiere celesti ad Arturo, alunno di sette anni un po’ interdetto.

Da qui, dal racconto dei suddetti angeli perduti –e ritrovati- in una Napoli altoborghese baciata dal sole e annegata nel delitto, si snoda Angeli per i bastardi di Pizzofalcone (Einaudi, pp 304, euro 18,50), il nuovo giallo di Maurizio De Giovanni subito al primo posto nelle classifiche librarie. 

Ma la vera notizia sta nel fatto che, contemporaneamente, sia i fumetti tratti dalla storie dei “Bastardi” targate Sergio Bonelli Editore (soggetto di De Giovanni stesso, testi di Claudio Falco e Paolo Terraciano, disegni zoomorfi di Fabiana Fiengo), sia la serie televisiva omonima su Raiuno accendono gli entusiasmi della critica e la fantasia del popolo.

Per dire, la terza stagione dei film tv ha, ancora una volta stravinto la serata d’ascolto (21% di share contro il Grande Fratello, ma ha toccato il 25%). A memoria, una saga da piccolo schermo che ne traina una letteraria –o viceversa- non si vedeva, in Italia, dai tempi del Commissario Montalbano. Di cui, peraltro i Bastardi di Pizzofalcone –nati nel 2013 ma esplosi nel 2018- a livello sapientemente crossmediale, possono ritenersi i legittimi eredi. 

Qui, dunque, non riveleremo il finale del libro, né anticiperemo il quarto round della serie col cliffhanger, col finale sospeso, in cui un Alessandro Gassmann legato a una sedia e coperto di sangue, guarda in camera alla ricerca di impossibili vie di fuga. Qui urge disamina dei Bastardi: un fenomeno in continua ascesa, che s’insaporisce col tempo. Pizzofalcone è il nome della collina sopra piazza del Plebiscito, nel centro storico di Napoli. È una sorta di San Francisco senza tempo; è zona di sincretismi, unisce realtà sociali e ceti diversi, tra nobiltà partenopea e gente dei quartieri spagnoli. Ed è tra quei confini invisibili che emergono umanità sfumate, e personaggi straordinari. E a un commissariato che evoca ora le atmosfere hard boiled di serie americane alla Starsky e Hutch (o film come I Ragazzi del coro), ora un’idea inedita della città. De Giovanni intinge la penna nel humus di Scerbanenco e nell’inchiostro di Chandler. E si ritrova ad intruppare una bizzarra squadra di investigatori borderline il cui più normale è Pisanelli, vicecommissario sociopatico che parla con la moglie defunta e con l’ossessione di scovare un frate killer che “suicida” i vecchietti del quartiere. 

Seguono, Di Nardo una lesbica che non fa coming out ma s’infatua delle sue indagate, si sposa con un’anatomopatologa e spara come Clint Eastwood; Aragona, un agente scelto figlio di prefetto che vive da milionario nei grand hotel e finisce col piantare le tende nel salotto di Pisanelli; un questurino, Romano detto “Hulk”, che picchia tutti pure la moglie; un vicequestore, Palma, che pensa  a non contraddire i superiori; e un ispettore siciliano, Lojacono, esiliato perché accusato da un pentito di mafia. Quest’ultimo, in tv interpretato da Gassman in ottima forma, si pregia di intuito analitico, risolve i casi come Sherlock Holmes, si dispera per la figlia, si improvvisa muratore in ufficio e trova il tempo flirtare sottotraccia con la pm, la Piras, una che insinua il dubbio nell’ infallibilità della magistratura; il tutto mentre una l’aspirante amante si scopre assassina di camorristi. Le trame dei Bastardi s’intrecciano in  ragnatele di delittazzi e drammi umani. 

Tutti i Bastardi sono reietti sociali  attraversati da un senso di giustizia tutt’altro che friabile. I Bastardi sono il contrario del mondo sprofondato nell’abisso di Gomorra. Risolvono casi ambientati nel lusso discreto della borghesia napoletana tra commercialisti psicotici, nobiltà decaduta, autisti di notai che ammazzano signore bene e signore bene che, a loro volta, ammazzano gli assassini delle proprie figlie. Degni nipoti di tutti i Racconti del Maresciallo di Mario Soldati, degnissimi figli del Commissario Montalbano, sono la nuova frontiera del  poliziesco…

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