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L'immortale di Marco D'Amore, il Ciro di Gomorra ha imparato la lezione di Sollima

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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L'IMMORTALE
Dvd reperibile anche in edicola
Regia di Marco D'Amore. Con Marco D'Amore, Nello Mascia  e Salvatore Onofrio. Produzione Italia 2019. Durata: 1  ora e 56 minuti

LA TRAMA. Il film riprende il personaggio di Ciro di Marzio detto l'Immortale, ben conosciuto dagli spettatori  della serie Gomorra in TV. L'immortalità di Ciro è diventata leggendaria perchè scampato  a ben tre guerre di Camorra.  E anche 30 anni prima per esser stato l'unico sopravissuto, da bambino, al terremoto in Irpinia che aveva distrutto un intero quartiere. All'inizio scampa a un proiettile sparatogli a un centimetro dal cuore dall'amico  nemico Genny Savastano.  Il film parte da dove  finiva  il terzo capitolo del ciclo televisivo.  Mentre a Napoli si diffonde la notizia della sua morte. Ciro  emigra in Lettonia  dove manco a dirlo si trova  coinvolto in un'altra guerra tra bande di  malavitosi, i mafiosi russi  che si sono impadroniti di molte attività locali,  e i trafficanti  lettoni  che vogliono rivendicare il monopolio. Genny scampa stavolta e alla fine si vede recapitare in pacco postale la testa del suo peggior nemico napoletano. E' il segnale che può tornare in patria.

PERCHE' VEDERLO. Perchè è la dimostrazione che Ciro D'Amore dopo tre stagioni di Gomorra ha imparato da Stefano Sollima (primo regista della serie) e dai suoi successori  tutto quello che c'era da sapere su come allestire  un noir all'italiana (o alla partenopea). L'immortale ha i colpi di scena  giusti al punto giusto, le facce giuste, e un personaggio centrale ormai entrato nell'immaginario.  E' possibile, speriamo probabile che con D'Amore e altri (ce ne sono, ce ne sono)  il poliziesco autarchico ritorni ai fasti degli anni 70.     

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