SAINZ – 8
Il feeling tra la F1-75 e Carlitos ormai è perfetto. Pole e vittoria numero 1 sono un trionfo. A Silverstone. Ma il 9 e mezzo diventa 8 per la sindrome del secondo, che già a Monaco sembrava averlo contagiato. Vedremo se saprà reggere il peso del primo successo.
LECLERC – 9
Un voto d’incoraggiamento. Corre con una macchina sbilenca, ma la guida come un dio frustrato. La doppia rimonta diventa la sua normalità. E il sorpasso su Hamilton alla Copse è roba da cineteca. Resta un fatto: la Ferrari trova sempre un modo per perdere una gara già vinta.
VERSTAPPEN – 8
Le lodi gli calzano bene, ma la sfortuna gli cuce addosso il ruolo dell’eroe maledetto. Addio pole per il 360 di Leclerc, poi un detrito trasforma la Red Bull in un carro da guerra storto. Scongiura il ko tecnico e difende il vantaggio come un mastino con l’osso. Perez, invece, è il Gastone del Circus: cade, risorge, e finisce a far impazzire tutti.
PEREZ – 7
Contatto con Leclerc, caduta libera, e poi la resurrezione. Quando entra la safety per Ocon, scatta la furia. Rimonta, attacca, infiamma il finale: secondo. E per la Red Bull, punti d’oro.
HAMILTON – 8
Mercedes risorge. E con lei l’uomo che non si arrende mai. Ritrova il morso e la velocità, assapora la leadership per qualche giro e conquista il terzo podio dell’anno. Il pit lungo lo salva dall’euforia. Ma la rinascita è vera.
NORRIS – 7,5
Nel caos di una pazza Silverstone, tiene duro e porta a casa il sesto posto. McLaren non brilla, lui sì. Il talento resta vivo, anche se il sorriso è sparito.
ALONSO – 8
Lotta, sbraita, corre come se fosse ancora il 2006. Meriterebbe il podio. E quasi lo acciuffa. Il suo carburante è la rabbia, il suo rimpianto è la gloria.
SCHUMACHER – 6,5
Finalmente i primi punti. E pure uno show finale con Verstappen. Un lampo d’identità in mezzo all’anonimato.

