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Divorzio, quando marito o moglie fa la guerra: "Non glielo concedo"

Marzia Coppola
Marzia Coppola

Avvocato matrimonialista, educata alla resilienza e alla libertà. Laureata in Italia e in Francia, ho continuato gli studi per diventare anche avvocato della Sacra Rota. Lavoro con l'Avv. Annamaria Bernardini de Pace e mi occupo di diritto di famiglia a 360 gradi (e più!). Convinta che anche dalla relazione peggiore si possa imparare qualcosa.

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Agli avvocati divorzisti capita spesso di sentire frasi come “io il divorzio non glielo concedo a mio marito!” oppure “mia moglie vuole divorziare, ma io no. Quindi rimaniamo separati e lei deve smetterla di insistere”.

La dura realtà, però, è che – volente o nolente – l’altro potrà quasi sempre ottenere il divorzio. A volte con qualche sacrificio e certamente con molta fatica e tempo in più, ma alla fine lo otterrà.

Il divorzio, infatti, come la separazione, può essere consensuale oppure giudiziale. È consensuale quando i futuri ex coniugi, insieme, decidono di porre fine al matrimonio e ne determinano le condizioni. È giudiziale quando le parti non riescono a trovare un punto di equilibrio tra le reciproche pretese e rimettono la decisione a un terzo (il giudice).

È esattamente questa seconda strada quella che dovrà percorrere il coniuge “intrappolato” nel matrimonio che vede ostacolata la propria libertà dall’altro che non vuole divorziare. Come dire: “se tu non mi dai il divorzio, io me lo vado a prendere”. Lo status di “libero” (quindi non quello di sposato) è un diritto garantito dalla nostra legge e non può essere limitato o condizionato.

Per questo motivo, il coniuge che non vuole lasciare andar via l’altro non ha molte possibilità di riuscire nel proprio intento. Al più potrà allungare i tempi (anche grazie all’aiuto di scaltri legali), rifiutando di fornire il proprio consenso e la propria collaborazione. Le ragioni che spingono un coniuge a non voler divorziare sono le più varie: a volte per ripicca, a volte per il semplice gusto di opporsi all’altro, a volte per non permettere all’ex marito/moglie di convogliare nuovamente e rapidamente a nozze, a volte per quale meschina aspirazione ereditaria e così via.

Al coniuge “bloccato” nel matrimonio non rimane che rivolgersi al Giudice e chiedere che sia lui a pronunciare il divorzio. I difensori più attenti alle esigenze dei Clienti, poi, potranno anche domandare che il Giudice emetta una sentenza parziale: ossia una sentenza che, prima di risolvere tutte le questioni connesse al divorzio, dichiari le parti ex marito ed ex moglie. Dunque, per prendere una decisione sul mantenimento, sull’affidamento dei figli e così via il giudizio proseguirà (e potrà anche essere lungo). Ma, intanto, le parti sono divorziate (quindi possono risposarsi, perdono i diritti successori e tutte le altre conseguenze che il divorzio porta con sé). Con questo escamotage vengono vanificate le prese di posizione e gli sforzi del coniuge sostenitore del “io il divorzio non te le concedo”.

[email protected] 
Studio legale Bernardini de Pace

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