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Vacanze di Pasqua e genitori separati

Marzia Coppola
Marzia Coppola

Avvocato matrimonialista, educata alla resilienza e alla libertà. Laureata in Italia e in Francia, ho continuato gli studi per diventare anche avvocato della Sacra Rota. Lavoro con l'Avv. Annamaria Bernardini de Pace e mi occupo di diritto di famiglia a 360 gradi (e più!). Convinta che anche dalla relazione peggiore si possa imparare qualcosa.

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Quando interviene la separazione e ci sono dei figli, è necessario che i genitori organizzino la ripartizione di tutte le festività, quindi anche del periodo pasquale.  Il nostro codice civile non indica con chi debbano stare i bambini durante quei giorni e ogni famiglia, quindi, deve adottare le proprie regole. Come sempre, questo potrà avvenire grazie all’accordo tra i genitori oppure la decisione sarà presa dal Tribunale. 

Quando si raggiunge una soluzione congiunta, è molto probabile che il papà e la mamma tengano conto delle abitudini della famiglia. Per esempio, se la famiglia ha sempre festeggiato la Pasqua con i nonni paterni è ragionevole che questa tradizione non venga compromessa a causa della separazione. È una scelta di buon senso, pertanto, e secondo questo esempio, prevedere che i bambini stiano con il papà nel periodo di Pasqua.  In altri casi, i genitori decidono di ripartire a metà l’intero periodo pasquale di sospensione scolastica. Questa scelta accontenta tutti e ogni genitore avrà la possibilità di organizzare qualche giorno di vacanza con i bambini. 

Se, alla fine, mamma e papà non riescono a trovare un accordo, sarà il giudice a definire anche questo aspetto e lo farà tenendo conto del fatto che i figli hanno il diritto di trascorrere il tempo con entrambi i genitori.  Le soluzioni normalmente adottate dai tribunali sono due: la prima è quella di prevedere che un anno i minori stiano con la mamma e, quello dopo, con il papà (e così via). Nel provvedimento si leggerà che il periodo pasquale è trascorso con un genitore o con l’altro “ad anni alterni” o “secondo il criterio dell’alternanza”. 

La seconda soluzione che spesso viene adottata, è quella di dividere a metà il periodo pasquale di sospensione scolastica, prevedendo che la mamma tenga con sé i figli nel primo periodo e il papà nel secondo (o viceversa), garantendo che i bambini trascorrano con ciascun genitore o il giorno di Pasqua oppure il Lunedì Santo.  Individuato il periodo che i figli trascorreranno con la mamma o con il papà, i genitori avranno la facoltà di organizzare con i minori le attività, le vacanze o le gite fuori porta che desidereranno. L’altro genitore dovrà essere informato, ma senza che questo si traduca in una vera e propria autorizzazione a recarsi, per esempio, al mare o in montagna.

Il genitore con il quale i bambini non si trovano, infatti, deve poter sapere dove verranno portati, ma non avrà il diritto di veto sulla decisione dell’altro adulto. Salvo, naturalmente, che reputi la scelta in qualche modo pregiudizievole per la salute psico-fisica dei bambini.  Come ogni momento dell’anno, comunque sia, è solo il buon senso e la collaborazione tra i genitori a poter garantire ai minori di trascorrere giorni sereni. 

di avv. Marzia Coppola 
[email protected]
Studio legale Bernardini de Pace

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