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Se a SkyTg24 anche Veltroni il maggioritarista evita l'imbarazzo del proporzionale

La battaglia del Tg americano per la legge elettorale

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Il direttore di SkyTg24 Foto: Il direttore di SkyTg24
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Prima,  con vezzo intellettuale, mettevano davanti alla telecamera i giornalisti, i professori, i magistrati. Ora, nonostante la sentenza delle Consulta che boccia (per ora) qualsiasi impeto maggioritarista, tocca ai politici. Comunque sia, rieccoli, i Porcellum, Mattarellum, Rosatellum, Rosatellum bis, e i fantastici Italicum e il Germanicum (sembrano versioni di Tacito, nota Venanzio Postiglione). Eccoli i nomignoli tonanti delle nostre friabili leggi elettorali, tornati ad essere genere tv. Non accadeva dai tempi del referendum di Renzi quando la fauna dei Bar Sport della provincia italiana subì inquietanti  mutazioni.  Allora, gli avventori, davanti al cappuccio e brioche, s'erano tutti trasformati da espertoni di calcio e gnocca in incallisti costituzionalisti. SkyTg24 ci riprova. E, per la prima volta, continua a  prendere posizione dura contro i “disastri” del sistema proporzionale proposto dal governo, e confeziona un'articolata campagna a favore del maggioritario, La regola del gioco, ideata dal direttore dell'informazione Riccardo Pugnalin, orchestrata dal direttore del tg Giuseppe De Bellis e condotta dal roccioso Roberto Inciocchi (ogni giorno all'interno di Start, ore 10). Scenografia minimalista, luci a palla, tavolo sobrio dietro il quale si producono discorsi alati. “La legge elettorale” spiega De Bellis in apertura “è la vera regola, la più importante, perché stabilisce un contratto morale con l'elettore che deve sapere cosa ne sarà della sua scelta nelle urne. Il suo unico obiettivo è la governabilità”. E poi la fucilata: “l'Italia ha sporcato il suo bipolarismo, con varie giravolte dei partiti che oggi decideranno del suo destino. Il paradosso è che, chi è sempre stato propendente per il maggioritario, oggi spinge per il ritorno al proporzionale, chi invece un tempo era ostile, oggi abbraccia il maggioritario”.  Da qui gli approfondimenti con gli ospiti illustri: Massimo Cacciari, Roberto D'Alimonte, Giovanni Maria Flick, Fulco Lanchester in sottogiacca celestino rubato a un film di Scola; e con che Luciano Fontana, Luciano Pasquino, Luca Ricolfi che decrata la fine del “tripolarismo” per inadeguatezza grillina. Tra i politici invitati c'è qualcuno, come Walter Veltroni che, indimenticato templare del maggioritario da sempre, sarei stato curioso di vedere nei panni opposti di sostenitore attuale del proporzionale del suo Pd. Il problema è che Veltroni, come altri maggioritaristi della prim'ora, per evitare l'imbarazzo, hanno evitato come la peste le telecamere. Mah. Per chi, come me, sostiene sin dall'università il respiro da paese civile del maggioritario, La regola del gioco percorre sentieri di coscienza istituzionale già battuti. Ma segna pure un'inaspettata svolta politica di Sky che non si nasconde più dietro il dito dell'imparzialità del giornalismo anglosassone…          

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