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Signore lavoratrici, occhio: perché negli Usa chiedere la parità di stipendio costa un sacco

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Attenzione, signore lavoratrici, a chiedere la parita' di stipendio: suona bene, ma costa un sacco. In America c'e' un Comitato Nazionale sulla Equita' della Paga tra uomini e donne (National Committee on Pay Equity, NCPE) che pubblica ogni anno l' "Equal Pay Day" allo scopo di attirare l'attenzione pubblica sul divario dei guadagni legati al genere. Secondo l'NCPE, l' "Equal Pay Day" per il 2019 e' caduto quest'anno martedì 2 aprile. A quella data, il Comitato e' arrivato prendendo come base di calcolo una differenza approssimativa, tra i due sessi, del 20% nei guadagni annuali medi secondo i dati del Censo e del BLS (Ufficio delle Statistiche sul Lavoro): il 2 aprile rappresenta quindi fino a quando, nel 2019, le donne hanno dovuto continuare a lavorare per guadagnare lo stesso reddito che gli uomini hanno guadagnato nel 2018. La denuncia implicita e' che, a parita' di lavoro, persiste un divario originato dalla appartenenza ai due sessi e alla discriminazione attuata dai datori di lavoro. L'economista dell'American Enterprise Institute (pensatoio degli imprenditori), Mark J. Perry, ha proposto un approccio diverso. Provocatorio ed efficace, almeno per chi tiene conto dell'intera realta' del mondo del lavoro. Ispirandosi all'Equal Pay Day, Perry ha introdotto l' "Equal Occupational Fatality Day" (Giornata per l'Eguale Mortalita' sul Lavoro) per attirare l'attenzione pubblica su un'altra, dimostrabile, enorme disparità tra i due sessi: quella nel numero dei decessi legati al lavoro ogni anno negli Stati Uniti. Ai danni dei maschi, pleonastico dirlo. Sul sito dell' AIE sono presentati i dati dello studio dell'economista, che riportiamo ampiamente qui. La “Giornata della fatalità professionale uguale", spiega Perry, “ci dice quanti anni e giorni in futuro le donne saranno in grado di continuare a lavorare prima di sperimentare lo stesso numero di decessi occupazionali che si sono verificati per gli uomini nell'anno precedente. Lo scorso dicembre, il Bureau of Labor Statistics (BLS) ha pubblicato i dati definitivi sugli infortuni sul lavoro nel 2017 e ora è possibile calcolare l'aggiornamento annuale del Giorno della mortalità professionale". Il punto di partenza dell'analisi e' la significativa disparità negli infortuni fatali sul lavoro nel 2017, tra uomini e donne: 4.761 uomini sono morti sul posto di lavoro (92,5% del totale) rispetto a 386 donne (7,5%). Il "divario di mortalità occupazionale di genere" nel 2017 è stato considerevole: più di 12 uomini sono state le vittime sul lavoro per ogni donna morta mentre lavorava. Il “femminicidio” svanisce, appena timbrato il cartellino. “Sulla base dei dati BLS per il 2017 relativi alle vittime sul posto di lavoro per i due sessi (e supponendo che nel corso del 2018 la percentuale non sia cambiata significativamente), il prossimo "Giorno della Fatalita' Occupazionale Paritaria" si verificherà tra più di 11 anni - il 3 maggio del 2030”, scrive Perry. “Questa data e' il simbolico giorno in cui, in futuro, le donne raggiungeranno la parita' di mortalita' con gli uomini, sperimentando la stessa perdita di vite umane che gli uomini hanno subito nel 2018 a causa di decessi legati al lavoro. Il perche' di questo divario e' evidente: siccome le donne tendono a lavorare in attivita' più sicure rispetto agli uomini, in media, hanno il vantaggio di poter lavorare per più anni rispetto agli uomini prima di incorrere nello stesso numero di incidenti fatali in un solo anno”. Continua Perry: “Secondo la teoria economica il divario di genere nella mortalità professionale contribuisce in parte al divario retributivo di genere. Infatti, un numero sproporzionato di uomini lavora in occupazioni più a rischio, ma più retribuite: i forestali (98% uomini), i muratori (99,4%), i camionisti (93,8%), i lavoratori delle linee elettriche (99,4%), i piloti d'aereo (94%), gli spazzini (88%). Per le 10 occupazioni USA più pericolose basate sui tassi di mortalità per 100.000 lavoratori per industria e occupazione nel 2017, gli uomini rappresentavano più del 90% dei lavoratori in 8 di quelle 10 occupazioni e oltre l'88% dei lavoratori in 9 delle 10 occupazioni”. D'altro canto, si legge nell'analisi dell'AEI, “le donne superano di gran lunga gli uomini in settori a rischio relativamente basso, a volte con salari più bassi per compensare parzialmente gli ambienti degli uffici interni più sicuri e confortevoli in occupazioni come la segreteria e il supporto amministrativo (il 71,6% sono donne), istruzione, formazione e occupazioni bibliotecarie (73,2%) e sanità (75,0%). Le maggiori concentrazioni di uomini in occupazioni più rischiose con maggiori episodi di infortuni sul lavoro e incidenti mortali suggeriscono che più uomini che donne sono disposti ad esporsi a ferite legate al lavoro, o alla morte, in cambio di salari più alti. Al contrario, le donne, più degli uomini, preferiscono occupazioni a basso rischio con maggiore sicurezza sul posto di lavoro e sono spesso disposte ad accettare salari più bassi per la ridotta probabilità di infortuni. La realtà è che gli uomini e le donne dimostrano chiare differenze di genere quando scelgono volontariamente le carriere, le occupazioni e le industrie che meglio si adattano a loro, e quelle scelte volontarie contribuiscono a differenze di retribuzione che non hanno nulla a che fare con la discriminazione di genere”. La conclusione dell' American Enterprise Institute e' un serio avvertimento: “Gruppi come la NCPE usano ‘Equal Pay Day' per promuovere un obiettivo di equità perfetta di genere, probabilmente non rendendosi conto che stanno contemporaneamente sostenendo un aumento significativo del numero di donne che lavorano in occupazioni più remunerative, ma ad alto rischio come il disboscamento, le costruzioni, la pesca, l'agricoltura e l'estrazione del carbone. Perseguire una rigida riduzione del divario retributivo tra i due generi avrebbe un costo umano enorme per il gentil sesso: diverse migliaia di donne saranno uccise ogni anno lavorando in occupazioni piu' pericolose”. di Glauco Maggi

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