Pd e Pdl: chi regge Monti va a picco: i conti

Avanti Orlando e Doria, trionfa Tosi ma il vero botto lo fa Grillo:astensione al 33%, più che l'anti-politica vince il no al governo
di Matteo Legnanidomenica 13 maggio 2012
Mario Monti è a Palazzo Chigi dal novembre 2011

Mario Monti è a Palazzo Chigi dal novembre 2011

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Alle amministrative vincono l'astensionismo e gli anti-Monti, Beppe Grillo in testa. Il dato sull'affluenza definitiva nella metà dei Comuni in cui si è andati al voto dice che un elettore su tre se ne è rimasto a casa, con un calo di votanti rispetto alle amministrative del 2011 di circa 7 punti percentuali. Il dato definitivo dell'affluenza si attesta al 66,88%. E nelle tre città più importanti (Verona, Genova e Palermo) stando ai primissimi exit poll trionfano i candidati "antigovernativi": il leghista Flavio Tosi in Veneto, il vendoliano (in quota Pd dopo la vittoria sorprendente alle primarie democratiche) Marco Doria in Liguria e il dipietrista Leoluca Orlando in Sicilia. Ma la notizia più incredibile arriva da Parma, dove il grillino Federico Pizzarotti raccoglierebbe uno strabiliante 20% e si giocherà fino in fondo l'approdo ai ballottaggi.  Guarda i risultati nello speciale di Liberoquotidiano   I risultati delle maggiori città - Il capoluogo più avanti con gli scrutini è Verona: il candidato leghista e sindaco uscente Flavio Tosi è al 57,4%, quindi sarà riconfermato al primo turno Battuti Michele Bertucco del centrosinistra col 22,6% e  Luigi Castelletti del Pdl col 8,8%. A Genova, il candidato del centrosinistra (via Sel) Marco Doria è al 48,7%. Potrebbe essere ballottaggio ma contro chi? Enrico Musso (Lista civica-Terzo Polo) è al 14,7, mentre Paolo Putti del Movimento 5 Stelle è al 13,9%, Pierluigi Vinai (centrodestra) al 12,5%. Anche Como andrà al ballottaggio, dove si sfideranno Mario Lucini (centrosinistra - 32,7%) e Laura Bordoli (centrodestra - 14,9%). Si tornerà alle urne anche ad Alessandria, dove Maria Rita Rossa (centrosinistra - 39,3%) se la vedrà con Piercarlo Fabbio (centrodestra - 18,5%). Secondo turno in vista anche a Piacenza, dove Paolo Dosi è al 47,1, con Andrea Paparo del centrodestra al 30,9%. Parma al ballottaggio, ma con un protagonista sicuramente inatteso: l'exploit del Movimento 5 Stelle ha infatti spinto Federico Pizzarotti al 19,5% dietro a Vincenzo Bernazzoli del centrosinistra al 39,4%. Un disastro per il Pdl, che è fermo al 4,7% delle preferenze raccolte dal suo candidato Paolo Buzzi. L'Aquila vede in testa Massimo Cialente (centrosinistra) col 39,8% mentre il candidato terzopolista Giorgio De Matteis raggiunge il 30,1%. A Palermo il già tre volte primo cittadino Leoluca Orlando, in corsa per l'Idv dopo il caos-caso primarie, guida la corsa col 48% davanti a Fabrizio Ferrandelli col 18%, mentre il rappresentante del Pdl Massimo Costa è all'11%. La ministra minimizza - Il dato generale, insomma, è un netto arretramento per chi ha sostenuto in questi ultimi mesi il governo dei professori. Ma proprio dai tecnici arriva uno dei giudizi più pesanti sulla tornata elettorale. Ad emetterlo, neanche a farlo a posta, è la titolare del Viminale e garante dei risultati, Annamaria Cancellieri: "Il voto ai grillini? Era nell’aria e gli esperti lo davano come uno dei fenomeni che sarebbero accaduti. Sono fenomeni che accadono nei momenti di disorientamento", spiega il ministro degli Interni. E sull'astensionismo al 33% è laconica: "E' un problema che riguarda i partiti che ci sostengono. Noi siamo qui a servizio finchè ce lo chiedono". L'imbarazzo del Pdl - Dal canto suo Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati Pdl, assicura che non ci sarà nessun passo indietro nella maggioranza: "Resteremo al fianco di Monti, non c'è dubbio". Il coordinatore nazionale Ignazio La Russa, invece, fa autocritica: "Evidentemente abbiamo sbagliato qualche candidato. A Palermo, per esempio. Costa non era il nome giusto". Risultato politico - Non bastasse il dato che sta uscendo dalle urne, una mazzata al premier e al suo governo arriva però anche dai sondaggi. In cui quella di Mario Monti, nelle ultime tre settimane è una vera e propria frana di consensi. Secondo il sondaggio diffuso (come ogni lunedì) dal Tg di La7 di Enrico Mentana, la fiducia degli italiani nel premier è calata al 44%, con un -3% rispetto alla settimana scorsa e un -6% rispetto al 50 della rilevazione precedente. Gli italiani vedono e sentono le tasse, ma non vedono i risultati del'accanimento fiscale del governo dei tecnici. Di conseguenza, anche la coalizione che sostiene il premier (Pdl+Pd+Terzo Polo) cala (seppur in misura minore rispetto al gradimento di Monti), attestandosi ormai poco sopra il 50%: 51,9% per la precisione. In questo scenario di grandi blocchi, la sinistra si attesta al 26,3% e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo addiruttura al 8,7%. Conferma nazionale - Il dato dei grillini è eclatante anche considerando i consensi dei singoli partiti, dove per la prima volta supera la Lega Nord: 6% (+0,6%) contro 5,8%. Insomma Grillo e i suoi si accaparrano la maggior parte del voto di protesta contro politica e governo. Il Pdl è più o meno stabile al 23, 2%, come la Lega e La Destra (2,4%), mentre l'Udc prende uno 0,2% salendo all'8,9.; sempre nel centrodestra, Fli al 3,9% e Api (Rutelli) allo 0,7%. A sinistra, invece, si soffre: Il Pd perde in una settimana un punto percentuale e mezzo, scendendo al 27,7% che lo conferma comunque di gran lunga primo partito nazionale. L'Idv (altro partito "del malcontento") lascia sul campo lo 0,7% fermandosi al 6% dove è raggiunto dal Sinistra e libertà. 

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