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Medjugorje, il nuovo libro di Paolo Brosio: "Il Kgb spiava i vescovi"

Alessandra Menzani
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Le apparizioni di Medjugorje appassionano da 40 anni. Non ancora pienamente riconosciute dalla Chiesa, rappresentano per i fedeli il simbolo del luogo di pellegrinaggio tra i più visitati al mondo. Ma il caso della piccola cittadina della Bosnia ha luci ma anche ombre. Paolo Brosio, grande appassionato del caso e fedele alla Madonna (che gli apparse in  visione addirittura durante un'orgia), nel suo nuovo libro aggiunge un capitolo destinato a far scalpore. Nell' estate del 1981 – come riferisce Il Giornale, che anticipa il contenuto del libro - pochi giorni dopo le prime apparizioni, gli agenti segreti del Kgb e i loro colleghi jugoslavi erano già a Medjugorje, fino ad allora uno sperduto villaggio fra le montagne dell' Erzegovina. E studiavano il modo per soffocare quel fenomeno preoccupante che iniziava a raccogliere pellegrini e suscitava conversioni in serie. L' operazione, fra arresti, minacce, calunnie, fu fallimentare dal punto di vista della versione dei ragazzini, che mai ritrattarono le loro dichiarazioni, ma  riuscì almeno sul piano istituzionale: il vescovo dell' epoca, monsignor Pavao Zanic, si scagliò contro i veggenti e i frati francescani che li proteggevano, spingendo sempre più la Chiesa verso posizioni scettiche sul delicatissimo argomento. Questo è il succo del nuovo libro dell'ex inviato del Tg4 che ha scritto per Piemme, Il Papa e Medjugorje. Chi l'ha già letto giura che stavolta i toni di Brosio non sono quelli del devoto e commosso seguace della Vergine, ma di un attento cronista, un po' come ai tempi in cui seguiva Tangentopoli. Il giornalista si rifà alle carte, apre cassetti dimenticati, chiede collaborazione ad alcuni reporter croati, interroga potenziali testimoni, ricostruisce nei dettagli il contesto storico. Il suo interesse è comunque quello di difendere Medjugorie, oggi divisa in due. Da una parte i vescovi locali - prima monsignor Zanic, poi Ratko Peric - dall' altra il popolo. Supplica Papa Francesco, alla vigilia di una decisione che potrebbe essere una sconfessione dei veggenti, tenga davvero conto di tutte le prove raccolte.  Tutto parte nel 1981. Medjugorje e l' Erzegovina siano già meta di numerosi 007. Fra questi il colonnello generale del Kgb Alexander Maxsimov che si è confessato con gli autori del recente documentario From Fatima to Medjugorje, uno dei pilastri della ricerca di Brosio. Cominciano gli arresti, le intimidazioni, i ricatti. Gli agenti trovano qualcosa di compromettente nel passato di monsignor Zanic e un documento inequivocabile sarebbe stato portato da Maxsimov in Vaticano e mostrato addirittura al cardinal Casaroli. Risultato: Zanic improvvisamente si schiera con il regime. Si apre quella frattura che non sarà più chiusa. E ora la Chiesa di Mostar annuncia querele per calunnia e carte bollate. Zanic non la pensava cosi, anzi era convinto dell' autenticità di quel che i ragazzi andavano raccontando nello sconcerto generale. Il vescovo di Mostar, nella cui diocesi rientra Medjugorje, fu costretto a cambiare idea con un ricatto ben orchestrato fra Mosca e Belgrado: se non avesse seguito le direttive ricevute sarebbe saltata fuori una scandalosa relazione omosessuale da lui instaurata tanti anni prima con un altro sacerdote.

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