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Napoli, bomba contro la pizzeria di Gino Sorbillo. Lui non molla: "Andiamo avanti"

Giulio Bucchi
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«Chiusa per bomba la pizzeria Sorbillo. Riapriamo presto». Turisti e cittadini in via Tribunali continuano a fotografare quel cartello affisso da Gino Sorbillo sulla porta dell'omonima pizzeria. Un brand che ha reso Napoli internazionale, tanto che la notizia della bomba che questa notte ha devastato il locale è arrivata fino a New York, dove l'imprenditore ha aperto un'altra sede. Un episodio che ha gettato nello sconforto il noto pizzaiolo, svegliato nel cuore della notte da una telefonata che gli annunciava l'accaduto. «Il 17 gennaio in tutte le pizzerie di Napoli ci saranno i festeggiamenti per la Giornata del pizzaiolo in onore del santo protettore della categoria Sant'Antonio Abate: centinaia di pizzerie serviranno una pizza speciale ai loro clienti e sarà questa per me l'occasione per ricordare a tutti i pizzaioli della città che dobbiamo essere sempre uniti. Andiamo avanti», dice Sorbillo, che appare tuttavia demoralizzato. E di ora in ora cresce la solidarietà intorno al ristoratore, alla vigilia della nuova visita a Napoli del ministro dell'Interno Matteo Salvini, che annuncia: «Sono in contatto con la prefettura e la questura e sarò in provincia di Napoli entro 48 ore». «In questa manovra ci sono 400 milioni per assunzioni delle forze dell'ordine - ha aggiunto - sono contento di aver fatto in sei mesi ciò che gli altri non hanno fatto in anni. Per Napoli ci sono soldi per assumere 100 poliziotti in più». Non si è fatta attendere la replica del sindaco Luigi De Magistris: «I ministri si sono succeduti, le promesse degli ultimi tempi del Governo del cambiamento sono diventate anche più roboanti rispetto a quelle del passato ma noi attendiamo ancora, la coperta è ancora corta». «Rispondo a de Magistris con i fatti e non con le parole - ha detto ancora il vice premier - Napoli potrà assumere più personale della polizia locale, sta già beneficiando di rinforzi per polizia e carabinieri, ha ottenuto fondi per la videosorveglianza e grazie al decreto sicurezza ha ottenuto maggiori risorse, una norma ad hoc per rottamare i motorini sequestrati e più poteri per ordine pubblico e sgomberi. Evidentemente - aggiunge - il sindaco non se ne è accorto o non l'ha capito: è troppo concentrato a coccolare centri sociali e clandestini». Solidarietà a Sorbillo anche dal presidente della camera Roberto Fico: «sono vicino a lui e a chi lavora nella sua pizzeria per l'atto ignobile che hanno subito. Sono sicuro che le forze dell'ordine stanno facendo un lavoro straordinario e i criminali saranno presto in galera». Intanto al centro storico si registra un clima di paura tra ristoratori e commercianti. Giovedì sera nella pizzeria «Terra Mia» ci sarà un momento di solidarietà organizzato dal presidente e dall'assessore al commercio della II Municipalità Francesco Chirico e Luigi Carbone, a sostegno di un altro pizzaiolo vittima dei clan. «Questo episodio ferisce tutta la città - dice Chirico - perché Sorbillo non è solo un imprenditore illuminato, ma ha contribuito a rilanciare il brand Napoli nel mondo e colpire lui ha un significato molto forte. Nessun criminale si sognerebbe di chiedere il pizzo a Gino, questo è un segnale rivolto al territorio e a chi è più debole». A esprimere vicinanza al pizzaiolo anche il presidente della IV Municipalità Giampiero Perrella, su cui ricade la pizzeria: «Sorbillo è il simbolo della Napoli migliore, che non si piega. Ecco perché l'esplosione di quella bomba davanti al suo locale ai Tribunali è un affronto non solo a lui, ma anche allo Stato e a tutte le istituzioni cittadine. Questo episodio, così come quello avvenuto due giorni fa a via Carbonara, dove un minimarket è stato dato alle fiamme, testimonia il clima di tensione e di attacco che la camorra sta riservando alle attività economiche e commerciali del territorio». Solidale con Sorbillo anche Assunta Cimminiello, sorella di Gianluca, vittima innocente di camorra e assessore alla Legalità alla II Municipalità: "Questo episodio ci coinvolge tutti. Perché Gino è uno dei simboli della città. Ma adesso tocca a noi, ai napoletani scegliere da che parte stare, perché siamo stati tutti noi colpevoli perché evidentemente abbiamo abbassato la guardia. Faccio un appello al ministro Salvini, che smetta di mettersi le divise e faccia l'istituzione". di Giuliana Covella

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