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A Napoli negozi coperti dai ponteggi, i commercianti espongono insegne "fai da te"

Giulio Bucchi
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A Napoli i commercianti del corso Umberto intrappolati dai ponteggi da luglio 2018 e con un conseguente calo delle vendite del 30%, si inventano le insegne-striscioni. L'escamotage si è reso necessario dopo la caduta di calcinacci dalla facciata del complesso dell'Annunziata, quando una trentina di negozi compresi tra via Egiziaca e via Ranieri, a pochi passi dalla stazione centrale di piazza Garibaldi, sono stati ricoperti da tubi innocenti che hanno penalizzato gli esercenti: «I nostri clienti pensano che abbiamo chiuso. Ci seguono da tutta Italia e tramite i social ci hanno scritto credendo che avessimo cessato le attività». Da qui l'idea di sistemare delle insegne “fai da te” per farsi riconoscere dalla clientela. «Quei ponteggi sono qui da circa 15 mesi e ci creano disagi enormi. Furono messi per sistemare i cornicioni dell'Annunziata, ma ci dissero che sarebbe durato pochi mesi. Da allora non riusciamo più a lavorare. Davanti alle vetrine la gente non si ferma. Abbiamo avuto un calo del 30-40% di vendite», dice Gennaro Luongo, titolare di un negozio di abbigliamento. Per Giovanni Bartolo, responsabile di Project, altro store di abbigliamento, «a Napoli e al sud siamo sempre truffati, perché avrebbero dovuto dirci che quei ponteggi sarebbero rimasti più del previsto. Da 30 i giorni sono diventati 460. Se chiediamo all'Annunziata, ci rimandano al Comune. Tutto è un rimpallo di responsabilità. I danni? Sono tanti. I passanti tendono a non fermarsi specie con i bambini, perché intimoriti dal pericolo dei ponteggi». Sulla stessa lunghezza d'onda è Michele Sacco, del negozio Mambo calzature: «Ci avevano garantito che per un mese tutto sarebbe stato risolto, ma ci siamo dovuti arrangiare esponendo degli striscioni a mo' di insegne, perché la gente non ci trovava più. Abbiamo perso la visibilità. Da noi vengono da tutta Italia e seguendoci su Facebook e Instagram ci hanno scritto in tanti per chiederci se l'attività era cessata». Sulla vicenda interviene Luigi Rispoli, della Direzione nazionale di Fratelli d'Italia: «Napoli non è più la città dei diritti. I commercianti di questo lato di corso Umberto non hanno certezze dal Comune, che continua però a pagare per quei ponteggi, creando anche un danno erariale. Credo perciò che sia necessario per le aziende eliminare il pericolo e restituire visibilità a quei negozi, che sono inseriti nel centro storico Unesco, in una zona frequentata da tanti turisti e di collegamento con la stazione ferroviaria di piazza Garibaldi».    Di Giuliana Covella

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