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Isabella Ferrari, la bordata su Travaglio: "Lui è uno di quelli che...". Colpo bassissimo, manettaro disintegrato

Giulio Bucchi
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Bellissima, famosa, impegnata. Isabella Ferrari ripercorre la sua vita di attrice e donna in una lunga intervista al Corriere della Sera, e un passaggio, feroce, è dedicato un po' a sorpresa a Marco Travaglio, con cui ha lavorato a teatro. E con cui, probabilmente, non avrà più a che fare. La Ferrari, 53 anni, è diventata un mito da giovanissima, negli Anni 80, come sexy symbol in Sapore di mare dei Vanzina. Poi è scappata in Francia e in America e negli anni Duemila è tornata stabilmente in Italia, dove si è interessata alla politica, a sinistra. "Con i Girotondi, eravamo tutti indignati. Dopo la chiamata di Nanni Moretti, fui la prima in piazza, mi sembrava tutto così forte e onesto". Un sogno presto svanito. "Oggi non mi riconosco più nel sostenere un politico o un altro, non andrei più da nessuna parte. Abbiamo avuto troppi anni di talk dove litigano, si menano e la bagarre è il pretesto per non costruire. Non approvo più neanche i giornalisti che vivono su quello senza davvero pensare al bene delle persone". Ahia, ogni riferimento non pare puramente casuale. "Pensa a Marco Travaglio col quale ha portato nei teatri È Stato la mafia?", chiede l'intervistatrice Candida Morvillo. "Non faccio nomi - glissa la Ferrari, continuando però a picchiare duro sul direttore del Fatto quotidiano -. Ho capito che quel tipo di teatro non serve, perché si perde nella zuffa generale. A teatro, alla povera gente che cerca la luce è meglio dare Cechov, farli sognare".

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