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Extracomunitari: per stanare i furbici vuole Gigi

Mattias Mainiero risponde a Umberto Brusco

Mattias Mainiero
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Caro Mainiero, leggo: «È omosessuale e per questo motivo, tornando in patria, sarebbe in pericolo». Con questa motivazione il mese scorso è stato riconosciuto lo status di rifugiato a un giovane albanese. È il primo caso nel nostro Paese e potrebbe diventare un precedente importante. D'accordo sul dare rifugio a chi in patria è in pericolo, ma non posso fare a meno di chiedermi chi stabilirà l'omosessualità del ragazzo e inoltre se la cosa non diventerà un alibi per tutti. Umberto Brusco e.mail Beh, la storia è sicuramente singolare e potrebbe anche costituire un precedente. E dunque urge una regola precisa che possa consentire di riconoscere lo status a chi effettivamente rischia in quanto omosessuale e perseguitato in patria e di rispedire a casa chi invece racconta frottole. Credo, comunque, che la questione si possa risolvere facilmente. Immaginiamo la scena. Un giovane arriva da un Paese lontano, si presenta alle autorità italiane e chiede lo status di rifugiato. Spiega che è omosessuale e racconta che laggiù, nella terra dei suoi compatrioti decisamente omofobi e anche decisamente crudeli, gli omosessuali fanno una bruttissima fine. Li emarginano, li torturano, li condannano alla galera. Un brutto Paese, da questo punto di vista. «Dovete aiutarmi», dice il giovane nel suo stentatissimo italiano. «Se torno in patria il mio destino è segnato». Le autorità italiane ricordano il precedente del giovane albanese. «Un altro? Eh no, qui forse gatta ci cova. Però, se abbiamo concesso lo stato di rifugiato all'albanese, - si dicono - dobbiamo concederlo anche a questo qui. Certo, potrebbe non essere omosessuale. Forse ha saputo e ci sta provando». Le autorità si guardano in faccia, perplesse. Poi si alza il furbacchione. C'è sempre un furbacchione in una commissione o in un ufficio, in una prefettura, un commissariato, una sede ministeriale. I furbacchioni, in Italia, abbondano. «Ho un'idea», dice il furbacchione. «Questo è l'uovo di Colombo». «Chiamatemi Gigi, il truculento Gigi». Caccia a Gigi che arriva di lì a poco. Gigi si apparta col giovane extracomunitario e senza tanti giri di parole glielo mette in quel posto lì. La regoletta: se il giovane apprezza, ecco lo status di rifugiato. In caso contrario, ritorno in patria. Semplice, no? Un problema in meno. Dove sta Gigi? P.S. Ma che domanda, caro Brusco. E allora i rifugiati politici, ce l'hanno scritto in faccia? Di solito, si fanno indagini. Presumo che valga anche per gli omosessuali. Che domanda. [email protected]

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