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Rc auto, 77 Province portanol'aliquota al tetto massimo

Le regioni fanno schizzare l'aliquota al 16 per cento

L'ultimo colpo basso degli enti locali: fanno pagare ancora di più gli automobilisti

Andrea Tempestini
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  Le Province, in attesa di essere abolite, piazzano il loro ultimo colpo basso. Gli enti locali colpiscono con il prelievo fiscale sui premi delle Rc auto: lo alzano fino al tetto massimo, ossia al 16 per cento. Dal 2011 le Province possono agire sull'aliquota base del 12,5%, alzandola o abbassandola di 3,5 punti percentuali. E, ovviamente, hanno propeso per la soluzione più costosa per le tasche dei contribuenti (che già, ogni anno, versano 2,3 miliardi di euro per le spese del loro funzionamento). Le Province - Per capire servono i numeri: a fronte delle pochissime Province che hanno ridotto l'aliquota, quelle che l'hanno portata al massimo consentito sono ormai 77 su 110. In 36 enti locali avevano provveduto già nel 2011 a rialzare l'aliquota, mentre altre 41 province lo faranno a breve, quest'anno. In tutti i grandi centri l'aliquota sulla Rc auto è ai massimi: Milano, Torino, Genova, Bologna, Bari, Lecce, Napoli e Palermo. Tra le poche eccezioni Roma, dove è rimasta ferma al 12,5%, e Firenze, che ha abbassato il prelievo all'11 per cento.  La spesa - E per capire ancora meglio servono altri numeri: ad esempio su un premio netto da mille euro, un automobilista di Milano, Bologna o Palermo, pagherà 35 euro in più di tasse. Il balzello passerà così da 125 a 160 euro. Nel caso in cui il costo netto della polizza fosse di 1.500 euro, l'aggravio sale invece a 52 euro. Il meccanismo che si ripercuote sulle tasche dei contribuenti, dall'Irpef all'Imu, non cambia mai: lo Stato, da un lato, taglia i trasferimenti senza però ridurre la tassazione a livello centrale, mentre dall'altro attribuisce agli enti locali la possibilità di rimpinguare la cassa agendo sulle aliquote. E, invariabilmente, la decisione degli stessi enti locali è quella peggiore per i cittadini.  

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