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Una raccolta firme per lasciare esposta l'opera di Baj

Appello al sindaco di Milano per lasciare esposta l'installazione "I funerali dell'anarchico Pinelli"

Nicoletta Orlandi Posti
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  C'è tempo fino al 2 settembre per ammirare a Palazzo Reale la straordinaria opera di Enrico Baj "I funerali dell'anarchico Pinelli". Dopo di che la monumentale istallazione verrà rismontata e tornerà nell'oblio, lì dove è stata negli ultimi quaranta anni: doveva essere inaugurata il 5 maggio 1972, ma a seguito dell'uccisione, proprio quel giorno, del commissario Luigi Calabresi , fu deciso di rinviare l'esposizione. Di rinvio in rinvio però sono passati quarant'anni e solo dal 15 maggio scorso è stato possibile ammirarla nella mostra gratuita allestita nelle sala delle Cariadi grazie al "prestito" dell'opera da parte del gallerista Giorgio Manconi che la acquistò direttamente da Baj quando l'artista la mise in vendita per aiutare la moglie Licia e le figlie del ferroviere anarchico gettato dal quarto piano della Questura di Milano il 15 dicembre 1969 mentre nonostante fosse innocente era trattenuto per la bomba esplosa a Piazza Fontana tre giorni prima. Mancano due settimane alla chiusura della mostra e per non rischiare di perdere di nuovo traccia della grande installazione - 3 metri di altezza e 12 di lunghezza, con 18 figure ritagliate nel legno e unite con la tecnica del collage - è stata attivata una raccolta firme che chiede al Comune di Milano l'acquisizione dell'opera di Baj e quindi la collocazione definitiva a Palazzo Reale. In poche ore la sottoscrizione (https://www.change.org/it/petizioni/l-opera-di-baj-i-funerali-dell-anarchico-pinelli-deve-rimanere-esposta) ha registrato cifre record. "Quest'opera, dall'indubbio valore non solo artistico, appartiene inequivocabilmente alla storia di Milano; una storia con la quale la città tutta deve sicuramente ancora confrontarsi", si legge nell'appello. "Chiediamo una testimonianza diretta da tutta la cittadinanza affinchè l'opera rimanga fruibile a Milano negli anni a venire. Un'opera d'arte è un modo per preservare la storia dalla sua riscrittura fissandola in una immagine. Firmiamo per impedire che anche questo tassello ci venga strappato". C'è da sperare che il sindaco Pisapia e il suo assessore Boeri non facciano orecchie da mercante. Anche perché il proprietario, Giorgio Manconi, si è già detto disponibile a donare l'opera alla città di Milano.  

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