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Ruotolo, l'inviato di Santoro, trova il finto killer di Brindisi: prima lo sputtana, poi scopre l'errore

Il giornalista si inventa investigatore ma fa un buco nell'acqua

Alvise Losi
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A Brindisi lunedì è stata una giornata intensa. Da una parte, a Mesagne, i funerali di Melissa Bassi, la ragazza di 16 anni morta nell'attentato di sabato, dall'altra, tra Procura e Questura, le indagini degli inquirenti per trovare il terrorista che ha messo la bomba. In mezzo i giornalisti. E, tra essi, Sandro Ruotolo, il vice di Michele Santoro. Disastro mediatico - Durante la conferenza stampa Ruotolo inizia a twittare le notizie che escono. Prima i dettagli su come riconoscere il sospetto, poi addirittura il nome. Parte all'attacco e va a casa dell'uomo, intervista i vicini di casa. Arriva a pubblicare una foto su twitter del palazzo dove abiterebbe il terrorista. Poi, all'improvviso, dalla Questura dicono che il sospetto non c'entra nulla: hanno preso la persona sbagliata. E Ruotolo si ferma, con un ultimo messaggio ai suoi follower: "Prima l'ex militare ora l'uomo con la mano offesa. Dopo i riscontri, i sospetti tornano liberi. Non ci sono indagati per ora". Critiche a pioggia - Già durante il giorno erano iniziati ad arrivare critiche al giornalista da chi aveva letto i suoi tweet. "Non sarebbe meglio non divulgare troppi dettagli in questa fase?", chiede una persona. Mentre un'altra si domanda se "stiamo puntando al linciaggio?". Ma è dopo il rilascio dei due fratelli sentiti in Questura che su Ruotolo si sono riversati il maggior numero di commenti negativi: "Poteva essere più cauto oggi... Domani chi sarà il mostro per un giorno?" li riassume tutti. Dal giornalista campano nessun passo indietro, fino a quando nel pomeriggio del 22 scrive: "Accolgo i vostri rilievi ma tutti sapevano. La mia intenzione era di raccontare i fatti. Mi dispiace di aver ferito sensibilità". E c'è chi chiede che l'ordine dei giornalisti apra una procedura interna.

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