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L'ultima tassa di Monti:quella su cani e gatti

L'imposta comunale per finanziare le iniziative contro il randagismo

Andrea Tempestini
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Dopo quelle su casa, buste paga e pure sulle bevande gassate, il governo Monti pensa a una nuova tassa. Mario senza confini, senza più limiti, vuole introdurre l'imposta su cani e gatti. L'iniziativa è in dirittura d'arrivo in commissione Affari Sociali della Camera: la proposta prevede che i Comuni possano istituire una tariffa per i proprietari degli amici a quattro zampe. L'obiettivo dichiarato della tassa è quelli di finanziare le inziative contro il randagismo. Dopo l'insurrezione degli animalisti, però, è arrivata l'ormai consueta retromarcia del sottosegretario Polillo, di cui vi diamo conto nell'articolo. La tariffa comunale - Nella proposta di legge si può leggere: "I comuni possono deliberare, con proprio regolamento, l'istituzione di una tariffa comunale al cui pagamento sono tenuti i proprietari di cani e gatti e destinata al finanziamento di iniziative di prevenzione e contrasto del randagismo". La Commissione ha già completato l'esame del provvedimento: ora il testo è passato alle altre commissioni competenti per i pareri e potrebbe, prestissimo, approdare in aula. Nel corso dell'iter del testo è stato approvato anche un emendamento dell'Italia dei Valori che esonera dalla tassa "i cittadini che hanno daottato un cane o un gatto in una struttura comunale".  L'iter del testo - La nuova tassa si nasconde dietro al nome "Norme in materia di animali d'affezione e di prevenzione del randagismo e tutela dell'incolumità pubblica". La storia del provvedimento inizia nell'aprile del 2009, a partire da una proposta di legge avanzata da Jole Santelli e Fiorella Rubino Ceccacci, due deputate del Pdl; l'esame del testo è stato completato lo scorso 9 marzo. Il provvedimento è composto da 39 articoli e prevede anche la creazione di un'anagrafe degli animali d'affezione e l'obbligo di segnalare se si trova un animale ferito al servizio veterinario pubblico. Retromarcia di governo - I Comuni, inoltre, saranno tenuti a svolgere una serie di compiti per la prevenzione e il contrasto del randagismo, tra cui "incentivi per l'adozione degli animali, prestazioni medico-veterinarie di base erogate dai medici veterinari liberi professionisti in regime di convenzione con i comuni, piani di controllo delle nascite con sterilizzazioni". E proprio per questi motivi gli enti locali potranno introdurre il nuovo balzello. Secondo quanto riportato dai bollettini parlamentari, il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo, ha spiegato di "concordare in linea di principio con l'istituzione di una nuova tassa sugli animali domestici". Poi, però, la smentita: "Tranquilli - ha scritto sul suo profilo Twitter -, nessuna tassa sugli animali domestici. Era solo una battuta nei confronti di un deputato che l'aveva proposta".  

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