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Fatture corrette per finanziare Bindi, Letta e & CLa segretaria di Lusi vuota il sacco

Francesca Fiore rivela ai Pm che c'era un sistema 60/40 per dividere le spese tra popolari e rutelliani

Nicoletta Orlandi Posti
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Non solo Rutelli e Renzi. Adesso anche Rosi Bindi, Dario Franceschini, Letta, Fioroni, Paolo Gentiloni, Franco Marini finiscono nello scandalo della Margherita. A tirarli in ballo Francesca Fiore, dipendente di 'Democrazia è Libertà', nonchè segretaria particolare dal marzo 2002 di Lusi, indagato per l'ammanco di 23 milioni di euro. Lei non si è mai occupata di conti e bilanci, ma negli ultimi due anni Luigi Lusi, tesoriere della Margherita, le passava "alcune fatture che dovevano essere 'riviste' da lui" che decideva quali non dovessero andare direttamente alla contabilità. "Da lui passavano le fatture dell'attività politica, nel senso che erano le fatture per prestazioni di servizi legati all'attività politica", ha raccontato la Fiore in procura.  "Tutto nasce con le europee 2009, quando Lusi"  - racconta ai pm - "mi parlò della necessità di trattare alcune spese distinguendole dal resto in quanto rimborsi della politica. Erano le fatture di cui ho parlato prima. Cominciai a raccogliere queste fatture segnando anche le persone che le portavano (Bocci, e così via, in generale le persone di riferimento dei vari politici). Io ho tenuto copia delle fatture e poi le avevo inserite anche in un file excel. Una volta pronte (senza correzioni o dopo le correzioni) tornavano a Lusi che me le ridava perchè le passassi all'amministrazione. L'imputazione a questo o quel parlamentare la facevo sulla base di chi mi portava le fatture e di quello che mi diceva Lusi. Verso il 2010 o il 2011 - ha proseguito la donna che ha consegnato ai magistrati una chiavetta Usb - Lusi mi disse che occorreva essere precisi anche nelle imputazioni delle fatture ai vari soggetti autorizzati a spendere, perchè c'era un accordo per suddividere le spese in termini di 60/40. Non ricordo chi aveva il 60 e chi il 40 per cento. Bianco, Bindi, Bocci, Fioroni, Franceschini, Letta e Marini erano "popolari" e Gentiloni, Renzi e Rutelli, invece, "rutelliani". Dopo aver ricordato che nel febbraio scorso, scoppiato lo scandalo, Rutelli le chiese se non si fosse mai accorta di nulla in riferimento a quanto usciva sui giornali ("dissi di no e lui mi parve stupito"), Francesca Fiore ha elencato le persone di riferimento dei vari soggetti politici per le fatture da pagare con bonifico generalmente per prestazioni di tipografia: "Per Bindi veniva o la segretaria o un certo Paolo; per Bocci veniva il suo assistente Paolo Martellini e a volte forse lo stesso Bocci; per Marini c'è ben poco; per Fioroni me le dava di solito lo stesso Lusi o Giovanni Iannuzzi che mi portava le fatture in busta chiusa; Franceschini non è mai venuto e veniva Giacomelli; per Letta non è mai venuto nè lui nè la sua segretaria, credo se ne occupasse lo stesso Lusi. Quanto a Rutelli le fatture me le dava Lusi; si trattava più che altro di rutelliani, come Milana ed anche Renzi, per il quale veniva un certo Gavini, suo mandatario elettorale".  Quanto ai contanti, ha chiarito la segretaria particolare dell'ex tesoriere della Margherita, si usavano "solo per i regali in occasione delle festività o per qualche compleanno o simili. Si trattava solo di regali che faceva lui. Forse molti anni fa furono fatti regali per conto di Rutelli e non so come fossero pagati e da chi. Quello che so è che il contante che prelevava era destinato a regali che faceva Lusi. Gli importi erano alti, un po' meno di 10mila al mese. Per Natale assai di più, solo di enoteca saranno stati 30.000 euro. I destinatari erano politici, specialmente abruzzesi o a lui legati, come Fioroni e Rutelli. Fuori dalla politica potevano essere i parenti e gli amici personali".

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