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Ecco il piano di Berlusconi:Monti ancora premier nel 2013

Il doppio Cav: visto da Benny

Il Cav spinge per un governissimo bis per dare al Pdl un ruolo centrale nella politica: "Solo il Prof può garantire l'equidistanza"

Andrea Tempestini
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  "L'emergenza non si chiude da qui a pochi mesi, non abbiamo molti margini di manovra", ha spiegato Silvio Berlusconi ai suoi, in via del Plebiscito. Ad ascoltare il Cav c'erano il segretario Alfano, poi i coordinatori La Russa e Verdini, quindi i capigruppo Cicchitto e Gasparri. L'ex premier ha le idee chiare, è più realista del re, e affronta la crisi di consenso del Pdl, che pure ha dato segni di risveglio negli ultimi sondaggi. Quindi snocciola la stragegia: "Dobbiamo chiudere col Pd su un sistema elettorale proporzionale, che ci consenta di pesarci anche con le preferenze, ma di restare poi in partita per garantire stabilità a un governo di larga coalizione" La strategia per il rilancio - Berlusconi mira a un governissimo-bis che consenta al Pdl di restare al comando per un'altra legislatura. Per arrivarci bisogna limare anche il sistema elettorale puntando sul proporzionale. Silvio spiega che con un sistema per il 70-75% proporzionale con le preferenze e un 25-30% con liste bloccate e nessun premio di coalizione, il Pdl riuscirebbe ad avere un ruolo decisivo nella stanza dei bottoni dell'esecutivo che sarà. Il Cav ha illustrato la strategia per la sopravvivenza e il rilancio ai massimi dirigenti Azzurri, spiegando che la scelta, per il Pdl come per la politica in generale, è obbligata: serve l'approdo a un esecutivo di larghe intese con Pd e Udc. Uno scenario che però terrorizza gli ex di Alleanza Nazionale, che si sentono sempre più ai margini del partito. Tra di loro è scattato il panico: "Rischiamo di scomparire, ci fagocitano", questo il timore di La Russa, Gasparri, Corsaro, Ronchi, Meloni e di un'altra cinquantina di parlamentari. "Monti premier" - Il Cav però è determinato, e sottolina come il Pdl può anche scendere al 20% dei consensi, ma "Pd e Udc da soli non potranno formare un governo in un Parlamento con Grillo che viaggia a quelle percentuali lì". Berlusconi riprende in mano la sua creatura, e con buona pace di Alfano, pur senza dirlo esplicitamente, nell'intervento in via del Plebiscito archivia la parentesi delle primarie. Alla guida del partito ci sarà lui, che però, come ha ripetuto in diverse circostanze, non è intenzionato a riprendersi Palazzo Chigi: non farà il premier. Secondo il Cav, infatti, il presidente del Consiglio dovrà essere ancora Mario Monti: "Sarebbe lui - avrebbe confidato ai suoi - l'unico in grado di garantire continuità ed equidistanza" in un governissimo di larghe intese nel quale, a differenza di quello odierno, rientrebbero però i politici nei ruoli chiave, archiviando la parentesi dell'esecutivo di soli tecnici.   

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