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Monti non smentisce la listaPoi attacca Cav, Pd e Cgil:più "candidato" di così...

Il Professore in poche ore getta discredito sugli avversari e cerca di isolare gli oppositori: altro che balle, vuole il bis

Andrea Tempestini
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Ieri, mercoledì 11 luglio, Mario Monti ha parlato di un "percorso di guerra" che deve affrontare l'Italia per uscire dalla crisi. Peccato però che quel "percorso di guerra" pare riguardare più la sua parabola politica (sì, politica) piuttosto che quella scivolosa dei conti pubblici italiani che dovrebbe raddrizzare. Ma procediamo con ordine. Per prima una macroscopica evidenza: Libero ha svelato che a Roma è stata depositata una "lista Monti", un marchio dal sapore politico, e il Professore non ha smentito, non ha speso nemmeno una parola per spiegare la circostanza. Monti giura che si ritirerà nel 2013, ma in parallelo le pulsioni politiche che tendono e premono per una sua riconferma si moltiplicano di giorni in giorno (vorrebbero il "dottor tasse" al governo per un bis in primis Napolitano e Casini, poi pezzi di Pdl e Pd, futuristi, quindi Bruxelles e le autorità continentali in genere). Il siluro contro Berlusconi - Come detto, il Professore smentisce di ambire a Palazzo Chigi (vorrà vorse il Quirinale?), ma nell'arco di poche ore, sempre ieri, ha sganciato siluri contro tutto quell'arco politico che lo osteggia. Siluri ponderati, con delle finalità ben precise. Sarà un caso, o forse no, ma poche ore dopo la notizia della ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi ecco l'attacco più forte mai sferrato contro il Cavaliere, che a detta del Professore fu "umiliato" al G20 di Cannes. Una boutade a cui Monti non ci aveva certo abituato, un messaggio chiaro, da parte sua, ad un potenziale bacino elettorale. Lo traduciamo per i pochi che non lo avesser colto: "Sono meglio io, l'Europa mi ascolta, Berlusconi non ha peso". Oppure: "Soltanto io vi posso salvare" (dallo spread, ndr). Le intenzioni del Cav sono chiare, ma non chiarissime: torna in politica per liberarci da Monti oppure per garantargli l'opportunità di un bis con un governissimo? Questo non è ancora dato saperlo. Il premier, però, non ha dubbi, e parlando all'assmeblea Abi, per tutelarsi, ha colpito l'ex presidente del Consiglio. L'affondo sulla concertazione - Il bombardamento politico, però, era appena iniziato. Sempre parlando alla platea dei banchieri ecco l'affondo - durissimo - contro la concertazione, bollata come uno dei "mali" del Paese che, negli ultimi anni, ha impedito negli anni un'efficace azione di governo. Un commento che ha fatto arrabbiare la Cgil (per altro, storicamente, il sindacato meno avvezzo alla concertazione). La Camusso era furiosa: "Non si possono accettare lezioni di democrazia da chi è stato cooptato", ha commentato riferendosi a Monti e rilanciando la volontà di indire uno sciopero generale. E il Pd? Dai democratici silenzio di tomba. Eppure Bersani sulla concertazione ha idee più simili a quelle della Cgil che a quelle di Monti: "La democrazia si impoverisce se non ci si confronta", è il succo del pensiero del leader dei democrat. Vuole spaccare Pd e Cgil - Ma che Bersani non abbia deciso di commentare in qualche forma ufficiale le parole del premier non è certo un caso. I democratici, magari in "ticket" (parola che va di moda nelle ultime ore...) con Casini, sono tra i più papabili per sostenere il governissimo bis: non possono prendere le parti della Cgil, sindacato che senza tentennamenti (e in modo sempre più "politico") si pone come forza d'opposizione. Insomma Monti ha mandato un messaggio chiarissimo a Bersani: fai attenzione a seguire le sirene della Camusso, qui in Italia c'è bisogno che i partiti condividano la maggioranza-Frankenstein, e se voi state con i "rossi che più rossi non si può" va tutto a carte e quarantotto. Il Professore non era forse un premier tecnico? Sì, lo era. Ma ora ha cominciato la sua corsa strettamente politica, e cifra e peso specifico  dei suoi messaggi hanno cambiato registro. Ora a Mario interessano anche le beghe politiche.

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