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Il Pdl nella Polverini:il balletto di Renatanel magna-magna Lazio

Renata Polverini

Nicoletta Orlandi Posti
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La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, starebbe per annunciare le sue dimissioni. Le indiscrezioni si sono susseguite per tutta la giornata (dopo che lei era tornata a minacciare il passo indietro un'intervista concessa a Il Messaggero), e alcune fonti del Pdl confermavano (mentre altre, invece, continuano a smentire). La Polverini, secondo quanto si era appreso, aveva già comunicato agli assessori la sua decisione (ma, in un balletto irrefrenabile, gli stessi assessori smentivano). Alla fine di una giornata tesissima (e anche dopo un incontro col ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri), nel vertice serale di Palazzo Grazioli la governatrice del Lazio ci avrebbe ripensato (per ora): niente passo indietro. Decisivo il ruolo di Silvio Berlusconi, che ha lavorato di fino per convincerla e non far tracollare la regione.  Il vertice - Le dimissioni provocherebbero infatti la decadenza del Consiglio e il voto anticipato nel Lazio. Il primo a commentare le voci sul passo indietro era stato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: "Spero siano soltanto delle voci". L'opposizione di centrosinistra in Lazio aveva avvertito: "Se le dimissioni venissero confermate, con la rinuncia del presidente eletto dai cittadini, a termini di legge, si dovrebbe tornare alle urne in una forbice che va da 45 a 70 giorni. Non di più: si voterebbe prima di Natale". La Polverini era poi attesa, per la serata di mercoledì, al tesissimo vertice di Palazzo Grazioli: oltre a Berlusconi, c'erano Gasparri, La Russa e Alfano. Secondo quanto si è appreso, il Cav avrebbe convinto la Polverini a non dimettersi. Ma sul tavolo c'era anche un'altra questione, di primaria importanza per gli ex An: l'ipotesi di uscire dal Pdl per dare vita a un movimento autonomo di destra (magari con Storace). L'intervista - La governatrice (tentata dal passaggio all'Udc, che per lei avrebbe già pronti piani, strategie e competizioni elettorali) non vuole passare alla storia come la governatrice dello scandalo e dopo aver tuonato in Consiglio regionale era tornata a fare la voce grossa con il partito. La Polverini non ha usato mezzi termini e il messaggio che aveva lanciato a Silvio Berlusconi era chiaro. "Vanno cacciati i mercanti dal tempio del Pdl", ha detto dalle colonne del Messaggero. "Certamente Fiorito è una persona da mandare fuori. E quanto agli altri, che non sono indagati, il Pdl deve valutare se questo è il momento giusto per liberare il partito da qualsiasi tensione e lotta intestina. Secondo me, assolutamente, il momento giusto è ora”. "Incontro con la Cancellieri" - Secondo la presidente della Regione Lazio, proseguiva nell'intervista, "è un problema nelle mani della dirigenza nazionale e io non voglio interferire", ha detto nell'intervista. "Ma un partito che si trova precipitato in una tempesta giudiziaria e comunicativa deve dare un segnale chiaro. Il Pdl deve dire che non vuole esporre se stesso a questo abisso di perdita di moralità, di credibilità, d'immagine". Polverini ha poi sottolineato che non ce l'ha con Angelino Alfano, "con il quale in questa vicenda siamo in totale sintonia e anche lui è convinto che vada fatta chiarezza", puntualizza ricordando anche la telefonata di Berlusconi. Il Cavaliere ha chiamato la governatrice "per dirmi: tu non c'entri niente con questo scandalo, vai avanti nella tua battaglia di pulizia. Vuol dire che si è reso conto che nel Pdl qualche mela marcia c'è". Questo, per la governatrice è il momento giusto per fare pulizia. La Polverini aveva anche chiesto al ministro Cancellieri un appuntamento per "capire, nel caso in cui si proceda in questo disastro, quali siano i tempi e le condizioni per andare al voto". 

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