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"Battere il Milan è un dovere""No, voglio mortificare la Juve"

Una foto d'archivio: Costacurta e Mihajlovic dopo uno scontro di gioco

Domenica sera la stracittadina. La posta in gioco è lo scudetto della Vecchia Signora

Andrea Tempestini
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  Domenica sera il derby della Madonnina. A San Siro va in scena la stracittadina: Inter contro Milan. Sul piatto c'è uno scudetto: quello della Juventus. Se Stramaccioni e i suoi battessero o soltanto fermassero sul pari gli Allegri Boys, il tricolore sarebbe cosa fatta per la Vecchia Signora. I tifosi interisti sono corrosi dal dubbio: meglio far gioire la Juve o il Milan? Il dibattito si è spostato anche sulle pagine di Libero. Secondo Matteo Pandini la stracittadina è da conquistare: "Battere i cugini è un dovere. Sempre". Gli risponde Alessandro Giorgiutti, secondo cui il verto "titulo" nerazzurro è "mortificare la signora: il derby va perso". Leggete i pareri di Pandini e Giorgiutti e votate il sondaggio: voi con chi state? Il punto di vista di Matteo Pandini Premessa. Il vero derby di Milano sarebbe Inter-Brera. E invece da 104 anni siamo costretti a misurarci con un'altra squadra considerata meneghina, quella che ha la stessa maglia del Foggia e che ci ha abituati a una deliziosa sobrietà napoletana. Non a caso il loro presidente è un fan accanito del menestrello Mariano Apicella. Sono una sorta di parente acquisito, rumoroso e arrogantello, che per farsi bello al bar si spaccia per nostro cugino. Al di là di queste doverose considerazioni, domani sera l'Inter deve vincere. Altro che “scansamose” in salsa milanese. Il derby non si può pareggiare e non si deve perdere. Anche a costo di fare un favore indiretto a un'altra rivale storica, quella in maglia bianconera e con la mano lesta. Diciamolo chiaro: quest'anno chiunque si aggiudicherà lo scudetto darà a noi interisti un dolore lancinante. Ergo, cerchiamo di portare a casa un'altra vittoria contro i rossoneri dopo quella dell'andata. La nostra stagione diventerebbe quasi eroica, visto che avevamo deciso di prenderci un anno sabbatico dopo stagioni trionfali (sì, anche quella 2010/2011 dove siamo diventati campioni del Mondo e non solo). E poi, per una volta, vogliamo dare una soddisfazione ad Adriano Galliani? Perdessero domani sera, i rossoneri raggiungerebbero l'obiettivo di cui parlavano da mesi. Il Triplete.  Fuori dalla Coppa Italia. Fuori dalla Champions. Fuori dal campionato. Uno scenario che potrebbe alleviare (solo in parte) la nausea per i festeggiamenti di quelli là. Peraltro, a dirla tutta, lo  “scansamose” che invocarono i laziali per far vincere lo scudetto all'Inter anziché alla Roma non è un paragone calzante. Perché i tifosi biancocelesti non concepirebbero mai la sconfitta nella stracittadina. La loro rivalità è tutta concentrata contro i giallorossi, mentre noi interisti siamo allergici a due squadre. E quando le affrontiamo, al di là degli effetti a catena che rischiamo di innescare, dobbiamo sputare sangue per vincere. Ps: peraltro, a pensarci bene, affrontiamo i rossoneri da 102 anni e non 104: gli altri due erano in B. di Matteo Pandini La risposta di Alessandro Giorgiutti Molti interisti si preoccupano di vincere il derby di Milano, io mi preoccupo di non perdere il derby d'Italia. È una questione di priorità, di male minore. Infatti, è inutile girarci attorno, il vero nemico dei nerazzurri non è il milanista ma lo juventino. Il primo è il vicino di casa rumoroso, il secondo è il portatore di una visione del mondo opposta.  Certo, bisogna essere sportivi e scendere in campo onorando la maglia. Ma la sportività non è una divinità astratta o l'imperativo categorico kantiano. Prima che uno sport, il calcio è un gioco: per questo va preso sul serio. Così, se domenica gli undici di Stramaccioni non dovessero impegnarsi alla morte, e dal Meazza uscisse un Milan vittorioso e ancora in corsa per il campionato, non mi scandalizzerei.  Ma sì, diciamolo: meglio il tricolore sulle maglie dei cuginastri che su quelle degli juventini. Perché l'Inter, da sempre e nell'ultimo decennio come non mai, è fondamentalmente l'anti-Juve. È la fantasia e la concretezza dell'Italia borghese e popolare (talento e contropiede) contro le geometrie e l'efficientismo dell'Italia aristocratica (quell'aristocrazia sabauda che ha fatto, male, l'Unità) e operaista. È insomma l'intera autobiografia di una nazione divisa che si compendia in Inter-Juve. Tra milanisti e interisti sono possibili mille insulti e mille compromessi. Interisti e juventini non hanno nulla da dirsi: sono due razze diverse. Per un certo periodo avevo perfidamente immaginato il risultato perfetto: scudetto ai bianconeri, però macchiato indelebilmente dal gol annullato a Muntari. Ma come ha recentemente ricordato Mourinho, col tempo la gente dimentica le ingiustizie e rimane solo l'albo d'oro.  Dopo gli anni bui di Calciopoli e del condizionamento ambientale (eufemismo), meglio, su quell'albo, vederci scritto il nome del Milan, che ha pure lui qualche torto da poter esibire. E il derby lo vinca il male minore. di Alessandro Giorgiutti  

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