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Gattuso e Inzaghi, addio al Milan

La diaspora rossonera: lasciano altre due bandiere

Ringhio: "Mi fermo un anno". Pippo: "Lascio perché è il momento di farlo"

Andrea Tempestini
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  Il Milan sempre più povero: dopo Nesta e Van Bommel, ufficializzano l'addio anche Pippo Inzaghi (scontato) e Ringhio Gattuso (addio meno scontato). Il centrocampista rossonero, dopo aver sbottato parlando al Corriere della Sera ("Non resto per fare la mascotte") ha confermato che il suo futuro sarà lontano dalla Milano sponda rossonera. E forse il suo futuro sarà lontano dal calcio tout-court. "E' stato un arrivederchi - ha spiegato Ringhio -, sto un anno fuori. Ho capito che non era più tempo per me e lascio spazio agli altri". Il giocatore, dopo un incontro con l'ad Adriano Galliani, ha aggiunto: "Ci siamo lasciati bene. Tra un anno ci incontreremo per capire se ci sarà la possibilità di collaborare". Gattuso lascia dunque il calcio? L'addio di Inzaghi - Quindi il capitolo Inzaghi, che si congeda dal Diavolo con una lunga e commovente lettera che vi riportiamo integralmente. SuperPippo dice addio alla Curva Sud dopo undici anni di gol e vittorie. "Tutte le cose che state per leggere saranno sempre seconde, rispetto ad una. La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate per sempre è questa: ho giocato e vinto per noi". "Milan, ti amo" - "Giocare e vincere senza condividere le emozioni è nulla - dice Inzaghi -, invece io e voi, noi, abbiamo fatto tutto insieme. Abbiamo sperato, abbiamo sofferto, abbiamo esultato, abbiamo gioito. E abbiamo alzato le coppe e gli scudetti insieme ai nostri cuori. Siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d'onda. E questo non ce lo toglierà mai nessuno". "Sapete, cari milanisti, quando sono arrivato a Milano voi non lo sapevate - racconta Inzaghi, passato ai rossoneri nel 2001 -. Ero in una stanza d'albergo e dovevo uscire il meno possibile, per non dare nell'occhio e per non compromettere quella trattativa di mercato fra la Juventus e il Milan. Le prime settimane, i primi mesi, mi avete studiato, ci siamo guardati. Poi, ci siamo innamorati. Quella sera contro il Torino. Eravate arrabbiati, le cose in campo non andavano bene, eravate in silenzio. Mi sono tolto le stampelle, ho iniziato il riscaldamento e il vostro ruggito dedicato a me ci ha fatto vincere la partita, ci ha proiettati al preliminare di Champions League e poi alla nostra finale di Manchester". Un pensiero per tutti - "Questi ricordi - prosegue la lettera di addio -, insieme a tutte le persone che mi consolavano ad Anversa nei mesi difficili del 2004 e del 2005 e ai brividi che abbiamo provato insieme il 9 agosto 2006, il giorno del mio compleanno, contro la Stella Rossa, saranno sempre sul comodino del mio cuore, accanto agli affetti più cari". Inzaghi ricorda poi la finale di Atene. "Il calcio ce l'ha regalata per un solo motivo: io e voi, noi, l'abbiamo voluta così fortemente, così intensamente, che non poteva concedersi. Certo, la realtà è andata oltre i nostri sogni più belli. Due gol, contro il Liverpool, due anni dopo Istanbul, la settima Champions League. Il destino ci ha riservato quello che non osavamo sperare. Io oggi voglio ringraziare con affetto e commozione il presidente Berlusconi e Adriano Galliani: la loro elettricità e la loro capacità di emozionarsi per me mi ha reso più forte, mi ha spinto oltre qualsiasi limite. Ma voglio rivolgere un pensiero anche a chi, dalle giovanili a tutte le splendide squadre dove ho giocato nella mia carriera, mi ha aiutato a diventare l'uomo e il calciatore che sono oggi". "Grazie Milan, grazie calcio - scrive ancora Inzaghi -. Concedetemi di chiamarlo mio il Milan, le persone di via Turati, di Milanello, gli uffici, i centralini, i magazzinieri, i fisioterapisti, i medici, le cucine, lo Stadio, gli addetti, lo spogliatoio. Tutte le persone che mi vedevano arrivare con il maglioncino alla domenica e vibravano già sperando nel mio gol. Ciao mister Ancelotti, con te ho vinto tutto, ciao ai miei meravigliosi tifosi che mi seguono da tutto il mondo, sempre con affetto e con grande passione, ciao ai miei fantastici compagni di squadra, di oggi e di ieri. E infine, concedetemelo, grazie, grazie, grazie alla mia famiglia: mamma Marina, papà Giancarlo, Simone e Tommaso. Non sarei arrivato fino a qui senza di voi. Siete la mia forza. Caro il mio Milan, ti lascio solo perchè è la vita, perchè è il momento. Lo sai anche tu. Ciao a tutti e grazie".   

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