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Si chiama Cladis ed è il primo pecorino anticolesterolo

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Ottenuto dai ricercatori della facoltà di agraria di Pisa, verrà sperimentato dal Policlinico di Abano Terme–Fondazione Leonardo su donne con problemi cardiovascolari

carlotta mariani
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Buone notizie per gli amanti del formaggio. Arriva dall'Italia il nuovo pecorino anticolesterolo. Si chiama cladis, ha lo stesso sapore dell'originale ma è più ricco di acido linoleico coniugato (Cla), un acido grasso della famiglia degli omega3 che contribuisce a proteggere l'organismo dalle malattie cardiovascolari. Ha infatti un effetto benefico sul riequilibrio del livello nel sangue di colesterolo buono (Hdl), a scapito di quello cattivo (Ldl). Lo speciale pecorino è stato creato dai ricercatori della facoltà di agraria dell'Università di Pisa, guidati dal professor Pierlorenzo Secchiari. Il gruppo di ricerca ha utilizzato latte di pecore nutrite con uno specifico mangime ricco di semi di lino estrusi, fonte naturale di precursori dell'acido linoleico coniugato. Nei prossimi tre mesi, i ricercatori del Policlinico di Abano Terme – Fondazione Leonardo testeranno gli effetti del cladis su un campione di 100 pazienti donne ‘over 60' con problemi cardiovascolari dell'Opera Immacolata Concezione di Padova. La scelta di tester femminili serve a studiare anche le proprietà di questo pecorino nella prevenzione dell'osteoporosi. Il formaggio, infatti, è un'ottima fonte di calcio ma, per l'alto contenuto di grassi saturi, è sconsigliato a chi ha problemi cardiovascolari. "Il ruolo dei grassi nella dieta rappresenta un punto molto controverso – spiega Gaetano Crepaldi, presidente del comitato scientifico della Fondazione Leonardo - alcuni sono considerati fattori di rischio cardiovascolare, mentre altri sono indispensabili per garantire l'apporto calorico, la funzione strutturale per le cellule e altri importanti effetti biologici”. Ora, però, grazie alle proprietà dell'acido linoleico coniugato di cui lo speciale pecorino è ricco, “si aprono nuovi scenari” sottolinea Crepaldi. La sperimentazione avverrà grazie a un finanziamento di 276mila euro concesso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Se le ipotesi verranno confermate, la produzione si estenderà a un allevamento di Onna (L'Aquila), uno dei centri più colpiti dal terremoto dello scorso anno.

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