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Mondreale, il Comune fa morire di fame i cagnolini

Andrea Tempestini
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I cani randagi di Monreale? Vengono lasciati morire di fame all'interno delle strutture comunali, nell'indifferenza anche del sindaco Pd. La denuncia arriva da Lida e Liv di Palermo, associazioni che si occupano di salvare gli animali abbandonati e che hanno denunciato amministrazione, vigili urbani e Usl per una vicenda davvero scandalosa. Una storiaccia che inizia all'Acetilene, struttura di proprietà del Comune di Monreale, Provincia di Palermo, guidato dal sindaco Pietro Capizzi (eletto alle ultime Comunali in una lista appoggiata proprio dal Partito democratico). Più precisamente in un ex magazzino, in cui un tempo venivano posteggiati i mezzi dell'ente e persino i vecchi cassonetti dell'immondizia. «Un ricovero per spazzatura, insomma» spiega il presidente della Liv, Alessio Di Dino. Ora, una legge del 2000 dispone, a livello nazionale, che ogni Comune debba avere il proprio ambulatorio sanitario per la sterilizzazione dei randagi e per inserire ai nuovi cani il microchip. Monreale, però, è tra le amministrazioni che ancora non s'è adeguata alla direttiva. «In realtà - prosegue Di Dino - un paio d'anni fa l'ex sindaco fece stanziare 80mila euro per ristrutturare i locali dell'Acetilene, in modo da ricavarne stanze in cui allestire l'ambulatorio. Peccato che quei soldi pare siano spariti. Tanto che abbiamo sporto denuncia alla Procura di Palermo, e c'è tuttora un'indagine in corso che vede coinvolta la vecchia giunta. L'attuale primo cittadino ha acconsentito a portare avanti il progetto, però in economia, visto che il Comune di Monreale ha dei buchi in bilancio. E dunque,come associazioni della zona, ci stavamo dando da fare per recuperare fondi e aiuti per creare l'ambulatorio». E si arriva a quattro giorni fa. Quando l'amministrazione comunica che otto cuccioli meticci sono stati ricoverati proprio all'Acetilene per essere accuditi. «La cosa ci è parsa subito strana - chiarisce il presidente della Liv -, così abbiamo chiesto delucidazioni, senza però avere risposta. Assieme ai rappresentanti di Lida e Ugda siamo allora andati a verificare. Con nostra grande sorpresa abbiamo trovato sul posto un impiegato comunale, addetto a suo dire alla pulizia dell'area, e il presidente dell'Una, un'altra associazione animalista che avrebbe dovuto nutrire i cuccioli. Ma quando siamo entrati non potevamo credere ai nostri occhi. Ventisette cagnolini pelle e ossa, così denutriti da non reggersi in piedi. Cinque di questi avevano necessità di essere ancora allattati perché troppo piccioli. Ci è stato detto che due erano morti la sera prima, uno poco dopo, ma gli altri stanno tutti molto male». Così i volontari hanno preso i cuccioli. Sei sono ricoverati nelle cliniche veterinarie di Palermo a spese dell'associazione, cinque si trovano in stallo da una volontaria, gli altri ancora all'Acetilene. «Se nessuno interverrà - spiega la segretaria della Lida, Marilena Oddo - i cuccioli moriranno. Per questo ci appelliamo a chiunque possa darci una mano». E Di Dino rincara la dose: «Sotto questo punto di vista la situazione a Palermo e Monreale è tragica, ma se ci si mette anche l'amministrazione è finita. Abbiamo chiamato i vigili e la Usl, non si sono degnati di venire, e allora siamo andati dai carabinieri a sporgere denuncia. Il sindaco, a parole, assicura che non ne sapeva niente e che farà qualcosa, ma per adesso non ha mosso un dito». Chiunque volesse dare una mano, prendendo in affido uno dei cuccioli, non appena staranno bene (in Sicilia), può chiamare Di Dino, al numero 392-7260378. di Chiara Giannini

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