Formazione agli infermieri e ai medici dell' Ospedale: Parma all' avanguardia
Da anni ormai l' Azienda Ospedaliera fornisce ad infermieri e medici corsi di Prevenzione e Protezione
Dopo i recenti fatti di cronaca che hanno interessato alcuni medici aggrediti in diverse regioni italiane, si inizia a parlare dell' Emergenza ospedali come se fosse sempre necessario un evento drammatico per dovere iniziare a rendersi conto di criticità riguardanti differenti ambiti. Vi ricordo la violenza negli stadi, non ancora risolta in Italia o la violenza nelle discoteche trattata a lungo l'estate scorsa dopo l'episodio di LLoret De Mar con la morte del giovane Niccolò Ciatti, argomenti per ora congelati, pronti ad essere tirati fuori alla prossima tragedia. Dal 1° marzo al 30 aprile del 2017 in due Pronto Soccorso su tre si è infatti verificata almeno un aggressione fisica ai danni dei medici pari al 63% e questa statistica sembra peggiorare nel 2018 (indagine della Società italiana di medicina di emergenza urgenza). A Parma dal 2015 l'Azienda Ospedaliera ha inserito corsi specifici di Fronteggiamento delle Emergenze rivolti al personale medico e infermieristico del Pronto Soccorso, Medicina d'Urgenza e Astanteria Pediatrica, con ottimi feed back relativi al miglioramento della condizione lavorativa e personale. I corsi fortemente voluti dall' ing. Munacò Responsabile del servizio prevenzione e protezione dell'ospedale, sono stati affidati alla dott.ssa Marta Viappiani Psicoterapeuta, Psicologa dell' Emergenza e formatrice, responsabile dell'equipe psico sociale per le emergenze N.I.P. Protezione Civile Parma, che ha deciso di coinvolgermi in questo importantissimo progetto legato al benessere lavorativo del personale, per quanto riguarda la parte della sicurezza, protezione e difesa personale. Le classi vengono divise in gruppi di una quindicina di partecipanti l'uno e ogni gruppo fa un totale di 12 ore suddivise in 4 incontri. Esistono due corsi, uno base e uno intermedio e ovviamente al secondo, può accedere solo chi ha già partecipato al primo. Marta si occupa prevalentemente della parte teorica: sapere, sapere fare, saper essere. La sua parte è fondamentale per quanto riguarda la fase del brainstorming e del debriefing durante i quali emergono tutte le criticità che vivono i dipendenti e che, molto spesso gli organi dirigenziali non possono vedere e quindi non conoscono. Sulla base dei bisogni emersi proponiamo tecniche e strumenti utili agli operatori affinché non vengano coinvolti emotivamente dai famigliari dei pazienti molto spesso aggressivi. La mia parte consiste principalmente in due fasi, una teorica e una pratica. Durante la prima fase inizio con l'affrontare il tema della previsione del rischio ovvero cosa può accadere ad un operatore. Solo sapendo le possibili dinamiche delle aggressioni è possibile pianificare una strategia preventiva efficace (mettere in campo quei comportamenti assertivi che diminuiscono la probabilità di essere aggrediti: posizionamento nello spazio, mantenimento della safety zone, postura, sguardo, mimica facciale, cinesica, tono della voce, comunicazione verbale ovvero cosa dire e cosa assolutamente non dire per evitare l'escalation di violenza verbale. Passo poi a trattare il codice a colori metodo BSD per quanto concerne la percezione del rischio. Questo protocollo è stato stilato appositamente per gli operatori sanitari ed è utile perché dà delle linee guida comportamentali al personale medico e infermieristico per gestire l'escalation di violenza del paziente o dei famigliari del paziente. Nella seconda fase lavoriamo in maniera pratica imparando la safety stance (postura di sicurezza), il talking hands (utilizzo delle mani, gesticolando, per occupare la nostra area intima evitando che l'ipotetico aggressore la invada), l'out line position, ovvero come posizionarci nello spazio per avvantaggiarci tatticamente. Successivamente lavoriamo sull'autodifesa verbale metodo BSD. Con i miei assistenti Sebastiano Cavallo e Selena Doria ricreiamo scenari realistici nei quali gli operatori devono gestire una reale aggressione verbale utilizzando le tecniche di mediazione e descalation (cosa dire, cosa assolutamente non dire, con che tono dirlo e coerenza tra linguaggio verbale, para verbale e non verbale) affinché non si trasformi in una aggressione fisica.