Pietro Senaldi contro Conte e Azzolina: bambini e nonni in gabbia? Così muore uno Stato
Oddio, dove metto il bambino? L' inizio della fase 2, con il ritorno al lavoro, ha gettato nel panico le famiglie italiane. Dal 4 maggio lo scenario è aziende aperte, scuole chiuse e nonni inchiavardati nei loro appartamenti, diffidati dal vedere chiunque, in particolare la loro discendenza. Bambini e ragazzi infatti si ammalano ma quasi sempre senza accorgersene. Sopportano bene il virus, del quale diventano efficacissimi untori. Con questa scusa, il governo e il ministero dell' Istruzione nascondono la loro incapacità di rendere le scuole luoghi sicuri, come invece avviene all' estero, dove gli istituti hanno già riaperto o lo faranno a breve.
La situazione è surreale: il governo si accinge a vietare solo agli ultrasettantenni di uscire di casa, ma nel contempo tiene chiuse le scuole per proteggerli, come se sui banchi ci andassero i nonni e non i nipoti. La scuola ha due task force, una per la chiusura e l' altra per la riapertura ma manca la sola che servirebbe, quella che metta in contatto il ministero con la realtà e lo sintonizzi sull' unica richiesta che genitori e figli fanno al mondo dell' istruzione, ovverosia apprendere, non passare il tempo né fare loro da baby sitter.
Le classi sono serrate da due mesi e, salvo violazioni delle regole, in questo periodo i ragazzi non hanno visto i nonni. Non si capisce perché secondo il governo il ritorno sui banchi coinciderebbe con una ripresa dei rapporti tra giovani e vecchi. Perché qualche arzillo settantenne andrebbe a prendere il nipotino? Basterebbe prolungare fino alle 18 l' orario scolastico, tempo perso da recuperare ce n' è. Sarebbe un' eccezione tollerabile in caso d' emergenza, financo benedetta dagli studenti, la cui alternativa sarebbe starsene chiusi in casa. Se la situazione non cambia il governo rischia di ottenere l' effetto opposto di quello desiderato, con i genitori al lavoro che, non sapendo cosa fare con la prole, prima di andare al lavoro la accompagneranno dai nonni. Il governo deve darsi pace. Siccome non si è mai occupato di sostenere le famiglie, oggi non può al tempo stesso tenere sotto chiave nonni e nipoti e liberare mamma e papà senza andare in tilt.
A rendere ancora più avvilente il tutto è la circostanza che il dramma sulla mancata riapertura delle scuole si sta compiendo nel più completo disinteresse per il ruolo della scuola: insegnare alle nuove generazioni e non fare loro da parcheggio mentre i genitori sono al lavoro. La terrificante ministra Azzolina ha fatto suo lo slogan «andrà tutto bene», coniugandolo al presente e lo ripete meccanicamente ogniqualvolta qualche malcapitato le pone il problema dell' attuazione dei programmi e della verifica dell' apprendimento degli studenti. Ha promesso la promozione a tutti ma ha garantito che ci saranno i 4 e i 5, varando l' irrilevanza della conoscenza ai fini di passare l' anno, un po' come se nel campionato di calcio si assegnassero tre punti alla squadra che vince ma anche a quella che perde.
Per non avere problemi con i sindacati, la ministra si è rifiutata anche solo di considerare il prolungamento dell' anno scolastico fino a luglio, cosa data per scontata dagli altri Paesi, sostenendo che vorrebbe dire certificare che i prof non stanno lavorando. Come se ignorasse che il 25% dei ragazzi non hanno gli strumenti per seguire le lezioni in rete, che a distanza le verifiche sono impossibili e che i bambini hanno bisogno del conforto della maestra.
In Italia ci sono dodici milioni di famiglie con 8,4 milioni di figli a carico in età scolastica. È un mondo completamente ignorato dalla fase 2 del governo, che pensa di cavarsela con dei buoni baby sitter, non ancora arrivati e comunque sufficienti a coprire solo una parte minima del monte ore scoperto. E non affrontiamo il tema scuole paritarie e asili privati, che svolgono un ruolo di supporto fondamentale all' istruzione pubblica, non in grado di soddisfare l' intera domanda. La sospensione del pagamento delle rette porterà alla chiusura di molte di esse. E l' anno prossimo ci troveremo classi affollate a dover fare in un anno il programma di due. E con il terrore che a ottobre riparta il contagio.