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Giuseppe Conte ha puntato tutto sul virus, ma ha perso. Socci: “Le due anomalie di questo governo”

Antonio Socci
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L'Italia è sull'orlo di un baratro economico e sociale eppure tutto sembra paralizzato. Nel teatrino di palazzo della corte di Luigi XVI va in scena la sfilata delle chiacchiere romane. Il Paese è ostaggio di un governo che non ha idee, né coraggio, né preparazione, né capacità di decisione, né autorevolezza internazionale (basti vedere come è fuori da tutti i tavoli decisivi, dalla Libia ai patti franco-tedeschi in Europa). Un importante esponente Pd come Graziano Delrio a novembre diceva «non si può vivacchiare». A febbraio aggiungeva: «se il governo vivacchia è meglio tornare al voto». E a maggio: «il governo non ha visione» e si rischia la «rottura del rapporto di fiducia tra Paese e istituzioni». Ma questo esecutivo non può che vivacchiare perché è nato da due partiti che si erano sempre combattuti e detestati, due partiti che non hanno nulla in comune se non la sola brama di restare al potere e di impedire all'odiato Salvini e al centrodestra, maggioranza nel Paese, di andare al governo. È questa la ragione pubblicamente dichiarata. Nessuno saprebbe indicarne (o ne ha mai indicata) un'altra. Nessuno ha mai delineato un progetto per l'Italia fra le sue ragioni fondative. È solo un governo contro. Contro Salvini. Questa è la sua anomalia. Non è nato per fare qualcosa di utile per il Paese. Casomai la sua nascita è stata utile ai parlamentari del M5S (che altrimenti, in caso di elezioni, sarebbero tornati a casa) e utilissima al Pd che aveva perso le politiche del 2018, precipitando al minimo storico, e nonostante ciò ha potuto riprendersi il potere con il progetto di decidere anche il prossimo Capo dello Stato nel 2022.

ANOMALIA
Ma c'è una seconda anomalia e riguarda il premier. L'anomalia di Conte è quella che ha condizionato (e condiziona) tutto il suo agire ed è alla base di tutti i suoi errori. L'ha ben spiegata Ernesto Galli della Loggia, qualche mese fa, in un dibattito tv: «C'è un problema politico: Conte non rappresenta niente e nessuno. Ha rappresentato soltanto una decisione a suo tempo chiesta da M5S e Lega e poi incautamente accettata dal presidente della Repubblica». Mancando di legittimazione elettorale, Conte «cerca disperatamente di costruirsi un ruolo politico e una base politica. Ci sono anche notizie di suoi tentativi di costruirsi un polo para-cattolico. Naturalmente» proseguiva Galli «la comunicazione politica aiuta moltissimo a costruirsi un'immagine e un seguito». E questo spiega tutto il disegno strategico del premier durante l'emergenza Covid: si è convinto di poter usare quell'emergenza per darsi un'immagine di statista attraverso un protagonismo personale strabordante che ha messo in ombra non solo il Parlamento, ma persino il Consiglio dei ministri. Puntava così ad avere un ritorno d'immagine gigantesco, grazie all'onnipresenza tv e all'accentramento dei poteri. Anche durante il governo gialloverde si era mosso con analoga preoccupazione personalistica. Ma, in quel caso, l'obiettivo era quello di proporsi fra i capi di governo della Ue, la Commissione europea e il G7 come loro unico affidabile interlocutore in Italia. Così, anziché rappresentare nella Ue le posizioni della maggioranza di governo Lega-M5S che lo aveva portato a Palazzo Chigi e lo inviava a Bruxelles, si accreditava oltralpe come colui che poteva arginare e domare i cosiddetti sovranisti. Questo astuto lavoro, un anno fa, al momento della rottura con Salvini, gli è stato prezioso, perché gli ha garantito il sostegno della Ue e della Merkel così da poter guidare (caso unico) un nuovo governo con una maggioranza esattamente opposta a quella che guidava il giorno prima.

MAGGIORANZA QUALSIASI
Galli della Loggia proseguiva: «Conte è il trionfo dell'anomalia politica italiana, perché a presiedere il governo c'è un signore assolutamente sconosciuto. È un'anomalia assurda e pazzesca del sistema politico incautamente accettata dal presidente della Repubblica e ancora più incautamente accettata quando c'è stato il Conte bis. Abbiamo avuto un signore non solo assolutamente sconosciuto, ma candidatosi a presiedere una qualsiasi maggioranza, una cosa che contraddice profondamente la ragione d'essere delle democrazie parlamentari. E il risultato è che poi il poveretto sta lì, ogni momento che può, alla televisione a dire: "guardate che esisto, io io io"». L'invenzione solitaria degli "Stati generali" ha questa stessa logica. Infatti è stata pensata e annunciata (a quanto pare) pressoché all'insaputa degli stessi ministri, dei partiti di governo e del Capo dello Stato che sembra non aver gradito la sostanziale archiviazione del rapporto Colao (ovviamente a Conte, nella sua congenita insicurezza, tutti fanno ombra e tutti teme come possibili antagonisti). Così sono venuti a galla tutti i dubbi, i sospetti e i distinguo del Pd e pure del M5S. C'è stato chi ha ribattuto a Galli della loggia che non è vero che Conte non rappresenta nessuno perché rappresenta il partito di maggioranza. Ma qui troviamo la terza anomalia. Anzitutto perché il M5S, che in effetti è ancora maggioranza relativa in parlamento, oggi non esiste quasi più nel paese, è in buona parte evaporato (come si è visto alle europee, alle regionali e come confermano i sondaggi). In secondo luogo perché Conte resta un corpo estraneo rispetto al M5S, anche per le origini politico-culturali che ha dichiarato di avere. Il M5S poi è insofferente verso Conte per il suo protagonismo che lo porta ad accarezzare il disegno di un suo partito (ovviamente sarebbe una sciagura per M5S e Pd). E anche perché la corrente ministeriale di Di Maio vorrebbe riprendersi la leadership e quella chiassosa di Di Battista vorrebbe riportare i grillini alle origini "antagoniste" con tutte le bandiere populiste che, per stare al governo, sono state disattese e messe in cantina.

TEMPESTA
Queste tre anomalie erano già perniciose sei mesi fa, ma, con l'emergenza Covid-19 e le sue conseguenze sociali, si sono fatte dirompenti. Ad esse si aggiungono mille altri problemi: è un governo di personaggi di terza fila e senza consistenza politica; poi c'è una leadership del Pd che non ha spessore e autorevolezza; quindi le azioni di disturbo e le ambizioni di Renzi. Ma soprattutto i problemi stanno nella pericolosa vicinanza alla Cina nel quadro internazionale e nell'esplosione di deficit e debito pubblico senza un credibile e tempestivo piano di supporto all'economia, né nazionale, né europeo (col rischio di trovarsi addirittura commissariati). È un governo allo sbando che non ha soluzioni e anzi rappresenta esso stesso un problema. Forse oggi il problema più grosso per l'Italia. Che non può permettersi di affrontare la tempesta senza nessuno al timone.

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